Immaginate di fittare un autobus e che sia l’autista a decidere chi di voi deve salire e chi no. Più o meno è successo questo nell’ennesimo caso che riguarda i famosi fondi europei che spesso servono a rimpinzare grafici, consulenti amici degli amici, allestitori. Basta un totem, una sala vuota nella quale si fotografa il parterre di convegnisti e per la burocrazia è tutto a posto. Il risultato non conta, non è misurabile.
Nessuno ha mai quantificato, ad esempio, che incremento di export hanno portato le numerose spedizioni in giro per il mondo pagate con i soldi dei contribuenti europei.
L’importante è spendere. Pensavamo di aver visto tutto dopo che la Camera di Commercio di Salerno finanzia manifestazioni sulla mozzarella con decine di migliaia di euro solo quando non c’è il Consorzio. O nel Sannnio le iniziative pagate con fondi regionali per promuovere il vino dalle quali è escluso il Consorzio, l’unico che davvero funziona.
Ma in questo caso sollevato oggi sul Mattino siamo ben oltre.
Caputo, la farina di Napoli, quella cioè con la quale lavorano quasi tutti i pizzaioli in Campania e nel mondo, non ha le caratteristiche adatte per partecipare a una promozione finanziata dai fondi europei gestiti da UnionCamere e dalla Regione.
Sembra un paradosso, ma è invece l’amara realtà. L’aspetto più clamoroso è che a deciderlo non è stato l’ente che paga, ma quello che viene pagato, una impresa pubblica di prestigio, Eataly, che, ma questa è solo una osservazione maliziosa, è proprietaria di un altro molino che da tempo sta cercando di entrare in Campania.
Sicché il sillogismo finale è che UnionCamere finanzia un concorrente di una delle principali imprese campane dell’agroalimentare.
Sono i paradossi a cui è ormai è arrivata la gestione dei fondi europei, diventati proprietà dell’algoritmo burocratico che si sostituisce alle scelte politiche e al buon senso e finisce per sortire effetti opposti a quelli che, magari in buona fede, il funzionario di turno decide di fare.
Leggiamo la lettera che il segretario facente funzioni Raffaele De Sio ha scritto alla Molini Caputo, primo molino del Sud, azienda napoletana e grande contributore della Camera di Commercio di Napoli e dunque di UnionCamere.
Ecco come si spendono i fondi europei.
In altri tempi l’autorità politica avrebbe bloccato tutto. Oggi vige la logica dello spendere comunque altrimenti i soldi si perdono.
E l’Italia affonda con la burocrazia che uccide l’impresa. Almeno sino a quando non ci saranno neanche più i soldi per sostenerla.
Tutto il resto sul quotidiano di oggi a pagina 12
Dai un'occhiata anche a:
- Federico Fazzuoli: il successo di Oscar Farinetti invita a riflettere. Dal Tavernello a Già
- Angelo Gaja: un logo italiano per i prodotti fatti esclusivamente in Italia
- Davide Oldani a muso duro in Tv: non pagare le fatture ai fornitori è una piaga del sistema della ristorazione in Italia
- La decadenza sensoriale della società, riflessioni di un sommelier
- La pizza: forno elettrico o forno a legna?
- Domino’s lascia l’Italia perchè i manager anglosassoni e le loro caricature bocconiane non capiscono che la cultura, l’accoglienza e il gusto sono valori aggiunti del cibo e non dei costi
- Intervista a Alfonso Iaccarino: Don Alfonso, Enzo Vizzari e il futuro della gastronomia in Penisola
- I panini a 300 piani sono monnezza, ma c’è Cheddar e Cheddar