
di Floriana Barone
Ha vinto puntando sulla semplicità con la sua “Marinara Più”: il 29 ottobre Simone Raponi è diventato l’Emergente Pizza Chef del 2018 al Festival della Gastronomia di Roma. Il ventisettenne di Carpineto Romano da due mesi lavora a La Gatta Mangiona, dopo alcune esperienze in Finlandia accanto a Luca Platania, che quest’anno, a 50 Top Pizza, ha portato a casa il Premio D’Amico “Migliore Pizzeria in Nord Europa 2018”.
San Marzano, pomodorini gialli, datterini scottati, filetti di acciughe, olive itrane, foglie di carciofino di Cori, origano pugliese, aglio rosso, olio evo di Ogliarola salentina: questi sono stati gli ingredienti che Simone ha utilizzato per condire la sua pizza, impastata a mano la sera prima con le farine “Le 5 Stagioni” Agugiaro & Figna. L’impasto è stato realizzato con un mix di farina 00 e una farina integrale con germe: la pizza aveva una buona struttura e il topping risultava molto equilibrato.
Perché hai presentato una Marinara in finale?
Perché è una pizza semplice, leggermente rivisitata. In fondo la pizza è un prodotto alla portata di tutti. La Margherita e la Marinara, poi, sono le mie pizze preferite.
Come sei riuscito a conquistare questo premio?
Forse proprio puntando sulla semplicità, lavorando al meglio senza cercare di strafare. Anche gli altri concorrenti della finale meritavano molto: è stata una gara tra “professionisti”, anche se, indubbiamente, in questo mestiere c’è sempre da imparare.
Quanto è conta un’esperienza all’estero per un pizzaiolo?
Non conta tanto per la professione, quanto per la persona. Sono stato quattro anni il braccio destro di Luca Platania in Finlandia, tra Turku, Tampere e Helsinki e un periodo in Scozia, a Glasgow: ho imparato che la differenza culturale è una ricchezza. Sono cresciuto molto e sono diventato curioso.
Com’è l’ambiente lavorativo a La Gatta Mangiona?
Sono rimasto molto colpito dalla passione di Giancarlo Casa per il suo lavoro e per il locale: ha sempre massima attenzione per le materie prime e per l’impasto. La Gatta Mangiona è come una grande famiglia.
Cosa consiglieresti a un giovane che vuole diventare pizzaiolo?
Di lavorare al meglio, impegnarsi e rispettare la tradizione italiana.
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