Excelsior Belvedere Hotel & Spa
Via Emanuele Gianturco, 19, 80077 Ischia NA
Telefono: 081 991522
Ristorante Belvedere
Aperto a pranzo dalle 13.00 alle 14.30 ed a cena dalle 19.30 alle 21.30 (nei mesi di luglio e agosto dalle 20.00 alle 22.00)
Per informazioni e prenotazioni: info@excelsiorischia.it
di Angela Petroccione
Nel pieno del miracolo economico italiano, tra la fine dei ruggenti Anni Cinquanta e i primi Sessanta, Ischia si avviava a diventare una delle mete più ambite del turismo mediterraneo. Tra i pionieri che ne segnarono la svolta negli anni della Dolce Vita, insieme a figure come Angelo Rizzoli, il conte Micangeli fu mente visionaria capace di trasformare una storica villa nobiliare in un hotel di lusso in grado di anticipare i tempi.
A lui si deve la nascita dell’Excelsior Belvedere, struttura che – come ricorda Alessandro Leonessa, attuale proprietario – “fu il primo boutique hotel dell’isola, quando ancora il concetto stesso di boutique hotel non esisteva”.
L’origine dell’albergo affonda nella storia di Villa Belvedere, elegante residenza in stile liberty costruita all’inizio del Novecento da un lord scozzese attratto dal fascino selvaggio e autentico di Ischia. “James Nimmo – racconta Leonessa – non volle una villa sul mare ma un palazzetto in stile liberty, immerso in un grande parco, a due passi dal centro”.
Alla fine degli anni Cinquanta, il conte Micangeli ne intuisce le potenzialità e acquista undicimila metri quadri per trasformarla in una struttura alberghiera di charme. Dell’antica villa oggi rimangono i muri portanti e due statue, una proveniente da una fontana raffigurante la ragione che domina la natura e l’altra di Marco Aurelio, unici pezzi originali superstiti dopo le razzie della Seconda Guerra Mondiale.
Un’ospitalità che racconta una storia
Con gli anni, l’albergo che sorge a pochi passi dal Corso Vittorio Colonna e a pochi minuti dal porto e dal Castello Aragonese, ha conservato e arricchito il suo patrimonio identitario.
Quando la famiglia Leonessa ne ha rilevato la gestione, ha deciso di proseguire nel solco della tradizione. “Ci siamo chiesti se rivoluzionare tutto o preservare l’anima del luogo – ricorda ancora Alessandro– ma è stata nostra zia, molto legata alla famiglia Micangeli, a dirci di salvare ciò che rende questo hotel unico”. Così è stato. Gli arredi d’epoca, le tappezzerie ricercate, la collezione d’arte contemporanea alle pareti, l’atmosfera rarefatta, l’eleganza senza ostentazione convivono con servizi moderni e spazi completamente rinnovati, in cui il benessere e la privacy sono principi fondanti dell’esperienza. (foto 4 e 5 Sale Interne)
Oggi l’Excelsior Belvedere fa parte della collezione Leohotels Ischia, il brand creato dalla famiglia Leonessa che dal 1966 opera nel turismo termale e di alta gamma. La struttura offre agli ospiti un rifugio nel verde del suo parco mediterraneo, con piscine termali interne ed esterne, oil spa, spiaggia privata e trattamenti su misura che uniscono le proprietà benefiche delle acque ischitane all’aromaterapia. Una vera oasi di lusso e rigenerazione nel cuore pulsante dell’isola.
Il Bar Americano: un’icona dell’eleganza ischitana
Pietra miliare dell’hotel è il suo American Bar, il primo sull’isola, voluto dallo stesso conte Micangeli. “Fu risoluto – racconta Leonessa – nel dire agli architetti di non voler vedere una macchina del caffè sul bancone. Voleva che la scena fosse libera per il barman e la bottigliera”.
Questo spirito vive ancora oggi nel locale, arredato con un maestoso bancone in legno massello intagliato a mano, e animato dal talento di Vincenzo Pisani, maestro della miscelazione all’Excelsior Belvedere dal 1992.
Il suo Belvedere Spritz, cocktail dell’estate 2025, arricchisce la formula classica con rosolio di bergamotto e succo di limone fresco: un tributo al Mediterraneo.
La cucina: tra tradizione e sperimentazione
Il ristorante Belvedere accoglie gli ospiti in un’ariosa sala inondata di luce, grazie alle ampie vetrate sulla terrazza panoramica che domina il parco, la piscina e si apre verso il Golfo di Napoli dove lo sguardo si perde.
Oggi è il regno di Antonio Scotti, nuovo executive chef. Ischitano, classe 1983, porta nel suo approccio creativo tutta la profondità della tradizione gastronomica locale. “Senza una buona materia prima la mia cucina non ha ragion d’essere” – afferma Scotti – “Nei miei piatti non ci sono mai troppi ingredienti, perché mi piace che si sentano tutti i sapori dei quali mantengo l’integrità”.
La sua filosofia è chiara: lavorare in modo semplice e profondamente tradizionale, arricchendo ogni ricetta con piccoli accorgimenti, mai con eccessi. La sua cucina è fatta di rispetto, autenticità e rigore. Ogni preparazione parte da ingredienti mediterranei coltivati nel fertile suolo vulcanico dell’isola e lavorati da artigiani che sanno esaltarne l’essenza. Ogni portata arriva con cura, passione e racconto, in un servizio attento ma spontaneo, che restituisce il senso profondo dell’ospitalità ischitana.
Molti dei piatti firmati dallo chef raccontano il rapporto ancestrale tra mare e terra, che trova sull’isola una sua espressione gastronomica autentica grazie a una pratica antica quanto ingegnosa: il cala cala.
Alessandro Leonessa la descrive come “una forma di scambio nata per necessità, diventata tradizione”. I pescatori, di ritorno dal mare, si avvicinavano ai poderi affacciati sulla costa e chiamavano a gran voce i contadini: “Cala, calaaa!”. Da lassù scendevano i panieri con ortaggi, uova, vino e frutta, che poi venivano riempiti di pesce fresco. Un baratto spontaneo che ha plasmato una cultura culinaria unica, dove carne e pesce convivono, i frutti del mare si sposano con le verdure, e le ricette contadine incontrano il profumo della salsedine.
La degustazione
Il percorso che ci ha riservato lo chef inizia con un gioco di consistenze e temperature, il Cappuccino di astice accompagnato da una morbida crema di patate dolci e completato dalla nota sapida della polvere di capperi, una sintesi elegante di mare e terra.
Segue un primo piatto che sorprende per l’equilibrio tra sapori di mare e sfumature dolci, il Risotto mantecato al baccalà che si arricchisce di una confettura di albicocca e di un’essenza agrumata all’arancia, componendo un’armonia gustativa che richiama l’anima solare dell’isola, con accenti lievi e persistenti.
La Caramella di pasta fresca ripiena di coniglio all’ischitana è una dichiarazione d’amore alla terra dove il sugo avvolge la pasta con note aromatiche intense e il profumo di erbe spontanee incontrano la consistenza avvolgente della carne, in un formato che restituisce familiarità e sorpresa insieme.
Poi il mare torna protagonista, ma con un twist, il Calamaro farcito di gateau di patate, adagiato su un letto di scarole saltate, gioca con le texture e le radici della cucina popolare isolana, il contrasto tra il ripieno morbido e la verdura mantenuta nella sua croccantezza dona profondità a un piatto che parla di casa, di domeniche lente e sapori autentici.
Tra le proposte di carne, si distingue per eleganza e precisione il Carré di agnello cotto a bassa temperatura, profumato al rosmarino, ogni morso rivela una tenerezza inaspettata, valorizzata dall’aromaticità delicata del cipollotto rosso e da una patata mantecata allo zafferano che aggiunge cremosità e calore cromatico al piatto, un incontro tra tecnica e semplicità, dove la materia prima resta protagonista assoluta.
In chiusura il dessert è una Crostatina all’arancia e ricotta, accompagnata da un gelato ai fiori di arancio che completa il percorso con leggerezza floreale e dolcezza elegante, riportando alla memoria, oltre alla pastiera, gli agrumeti dell’isola e le note fresche dell’estate mediterranea. (Foto 20 Crostatina all’arancia e ricotta)
In abbinamento due vini espressione autentica della viticoltura ischitana, il Biancolella Kalimera di Cenatiempo, è il Per’ e’ Palummo di Casa D’Ambra.
Il ristorante è aperto anche al pubblico esterno, con orari diversi a seconda della stagione, e propone una cucina che fonde eleganza, territorialità e narrazione.
Un’eleganza che si rinnova nella continuità
L’Excelsior Belvedere Hotel & Spa è un racconto lungo oltre mezzo secolo, un luogo che ha saputo evolversi senza mai perdere la propria identità. “I nostri genitori hanno fatto tutto – dice Leonessa – ora tocca a noi portare avanti questa visione”.
E la seconda generazione, con Alessandro, Emanuele ed Elena Leonessa, lo sta facendo con rispetto, cura e ambizione, mantenendo viva l’eredità del passato e aprendola a un’ospitalità che oggi si esprime nella forma dell’arte e della bellezza.
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