Fiano di Avellino 2007 docg Di Meo

Pubblicato in: Avellino

Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: da a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

vino del cuore
Cominciamo questa settimana con un classico, il Fiano di Erminia, Generoso e Roberto Di Meo. La bellissima azienda costruita in una ex casina di caccia dei Caracciolo sulle colline a ridosso del capoluogo è una delle prime e delle poche che si è smarcata dai circuiti tradizionali di comunicazione per incrociare un pubblico più ampio. E’ stata la sensibilità comunicativa di Generoso ad andare in questa direzione con eventi costruiti in tutto il mondo, l’ultimo a Madrid, mentre Erminia cura i conti e Roberto, presidente Assoenologi della Campania, è in cantina. Il motivo per cui il loro Fiano è indicato come mia bottiglia del cuore è molto semplice: si tratta di uno dei primi ad essere stati imbottigliati in Irpinia, parliamo dell’ormai lontanissimo 1986, a cavallo dello scandalo del metanolo, ed ha segnato un ampliamento della proposta costruita sulla terra e l’approfondimento professionale. I terreni del Fiano sono a Salza, ben oltre quota 500 metri e vi si coltivano alcuni dei vigneti più alti di tutta la regione, meglio dire del Sud: siamo lungo la strada che si inerpica per il Massiccio del Terminio e il freddo picchia oltre ogni ragionevole dubbio nel corso dell’inverno. Sarà per questo, oltre che per la ventilazione costante, che il Fiano di Roberto, il giovane è a quota 22 vendemmie ufficiali, ha mantenuto quel tono sottile e meno opulento che invece segna i Fiano 2007 la cui problematica potrà essere sviscerata sino in fondo solo tra un paio di anni. Capire cioé se questa evoluzione anticipata, dovuta al caldo dell’agosto di quel millesimo, avrà il suo compimento teoricamente annunciato con un ritrarsi rapido del frutto e lo sfondamento ossidativo. Dico che bisogna aspettare perché in realtà l’evoluzione di questi bianchi smentisce spesso le previsioni come ha dimostrato la degustazione di Giovanni Ascione e Raffaele Del Franco della 2003. In ogni caso il bianco di Roberto ha più una configurazione classica, con il sentore di pera bianca e sottofondo di nocciola, è pieno in bocca, molto persistente e abbastanza intenso: un gran bel bianco insomma, la conferma, riflettevo ieri sera, del fatto che è l’Irpinia a fare la differenza sul peso specifico del vino campano in Italia proprio grazie ai suoi tre vitigni docg. Una differenza ancora più evidente proprio nelle annate calde, 2003 e 2007, nelle quali questo terroir difficile e complesso stacca gli altri grazie a quello scampolo di freddo, di uva di montagna, che sempre si ritrova nel bicchiere. Lo berremo sulla genovese di seppia di Lino Scarallo a Palazzo Petrucci. Bacioni.

Sede a Salza Irpina, Contrada Coccovoni
Tel. 0825.981419
Sito: http://www.dimeo.it
Enologo: Roberto Di Meo
Bottiglie prodotte: 500.000
Ettari: 25 di proprietà
Vitigni: aglianico, piedirosso, fiano di Avellino, Greco di Tufo, coda di volpe e falanghina


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