Fiano di Avellino 2012 Rocca del Principe: la magnifica esuberanza del fiano di Lapio

Pubblicato in: Avellino

La collina in contrada Arianiello a Lapio è la Wonderland del fiano. Questo vino di grande personalità se lavorato con il dovuto rispetto in questa zona raggiunge i toni dell’eccellenza. Qui Ercole Zarrella insieme alla moglie Aurelia possiede 6 ettari di vigneto che si estendono sui diversi versanti della collina. La parte centrale in contrada Arianiello  è rivolta ad ovest ad una altitudine di 570 metri su terreno argilloso calcareo. A nord della collina c’ è contrada Tognano tra i 500 e i 600 metri di altitudine e il suolo qui è ricco di pomice lavica. I vigneti di contrada Lenze sono posti sul versante sud su terreno prevalentemente argilloso.

Le uve vengono lavorate tutte insieme scegliendo solo l’utilizzo dell’acciaio in modo da lasciare piena espressività al vino che esce sul mercato dopo due anni dalla vendemmia perché chi conosce bene il fiano non può fare altrimenti. Non ci sono grandi segreti dietro questo grande vino, ma solo una profonda conoscenza della viticoltura locale visto che in famiglia il vino si è sempre fatto e sappiamo che gli irpini hanno un po’ tutti un’ anima vignaiola che palpita.

Come sempre il fiano di Ercole e Aurelia si esprime magnificamente e non conosce mezze misure. E’ esuberante sia al naso che al palato, con sicurezza sa osare e non teme l’eventualità di non piacere. Ha toni appena tostati e fumè in apertura, poi vira sulle note di un bianco giovane che vanno dall’erbaceo alla buccia di agrumi e chiude su sottili accenti speziati di pepe bianco e anice stellato. Il sorso esprime viva energia nella spinta acida in continua ascesa, è un gran bel bere, agile e scattante e chiude con precisione su delicati toni amari. Dalla vasca assaggiamo il fiano che comporrà una nuova etichetta, ricavato solo da mosto fiore e le aspettative sono già altissime.

22.000 bottiglie; 14 euro.

Rocca del Principe è in contrada Arianiello 9 Lapio. www.roccadelprincipe.it

 

Questa scheda è di Marina Alaimo


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