
Ma che bella serata con il Coda di Volpe irpino e quattro giovani cuochi talentuosi che faranno parlare in futuro di se e dei propri piatti. Una serata full, nella quale anche il tavolo dei relatori è stato occupato dagli ospiti in un evento che ancora una volta ha esibito l’incredibile ricchezza della Campania nel campo enogastronomico.
Otto Coda di Volpe di cui avremo modo di parlare prossimamente: Di Prisco, Terredora, Di Meo, Donnachiara, Tenuta del Cavalier Pepe, Perillo 2009, Vadiaperti, Cantina Giardino Paski 2010. Bianchi splendidi, poliedrici, a volte emozionante, comunque adatti all’abbinamento.
E poi la cucina dei quattro giovani cuochi, già di mano sicura a cui viaggi e nuove esperienze conferiranno quella maturità espressiva che noi tutti ci auspichiamo nei prossimi anni.
I quattro cuochi hanno dimostrato di saper interpretare molto bene la serata, centrando il tema. Tutti i piatti erano molto ben abbinabili alla Coda di Volpe nelle sue diverse espressioni. Alla fine i partecipanti si sono divertiti a provare.
Ed ecco i piatti
Infine il dolce di Arcangelo Gargano della Locanda di Sant’Angelo dei Lombardi
Ancora una volta la Fiera Enologica di Taurasi ha dimostrato come sia possibile coniugare la festa popolare e l’approfondimento tecnico. La serata della Coda di Volpe è entrata nelle pieghe di una viticoltura poco conosciuta sul piano commerciale ma di alto contenuto culturale e colturale perché le aziende che la propongono mostrano di avere tenace attaccamento alle tradizioni.
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