Diciamoci la verità: l’Amarone non è poi così facile da bere, vuoi perché è cambiato lo stile di vita, vuoi perché l’eccesso di alcol e di concentrazione lo rende quasi inconciliabile con la maggior parte della gastonomia moderna. Il Fieramonte 2011, figlio di una annata calda, è però un vino straordinariamente moderno. Nasce da una selezione di uve Corvina (45%), Corvinone (45%), Rondinella (5%) e Oseleta (5%).
Dopo l’appassimento delle uve il vino viene elevato per 36 mesi in barrique, seguono 18 mesi di massa e 2 anni in bottiglia. Un percorso lungo, dunque, che però da un risultato davvero interessante perché ha una beva immediata e facile nonostante gli oltre 16 gradi di alcol. Freschezza e toni amari finali lo velocizzano al palato, la perfetta fusione tra la frutta e le note balsamiche, fresche e non dolci, del legno invece conferiscono la complessità olfattiva tipica dei grandi vini.
Un rosso da conservare anche a lungo se volete, ma che puà già essere bevuto con grande soddisfazione considerati i sette anni trascorsi dalla vendemmia. «Il vigneto guarda ad est, verso il sole del mattino, quello più morbido e dolce, diceva mio padre, quello che dà la maturità migliore alle uve – dice Marilisa Allegrini – Le uve che provengono da Fieramonte hanno un’intensità aromatica particolare proprio grazie a questo sole del mattino. Poi vengono appassite, ma oltre questo storico processo abbiamo anche un interessante invecchiamento di 48 mesi in piccole botti di rovere».
Un regalo importante, insomma, da fare ricordando le regola che amor con amor si paga.
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