Five Guys apre a Napoli alla Stazione Centrale

Pubblicato in: Eventi da raccontare

di Francesca Pace

Si sentiva la necessità di un nuovo punto di ristoro a Napoli? Sì, se la risposta è Five Guys e questo a mio avviso per un duplice motivo: dare un maggior respiro internazionale a quella che sembra essere la città più amata d’Italia attualmente, nonostante i suoi molteplici se e i suoi infiniti ma e poi perché la proposta offerta dalla celebre catena americana è decisamente di un ottimo livello.

E dunque alla Stazione Centrale di Napoli, al piano della metro linea 1, tra una dozzina di giorni, La Mecca dei paninofili, accenderà le sue luci e sopratutto le sue piastre.

Durante il lancio a porte chiuse per gli addetti al settore ho avuto modo di scoprire quella che è la storia di questo marchio famoso nel mondo e ho raccolto il segreto delle loro patatine fantastiche.

Quello di Napoli sarà il N10 (che porti bene?) il primo al Sud Italia ma nel mondo i corner sono più di 1.700.

Chissà se i coniugi Murrel nel 1986 avevano previsto una tale evoluzione di quella che era una semplicissima paninoteca in Virginia.

Sì, ma chi sono questi Five Guys? Sono i 5 figli, in realtà 3 più due fratellastri della coppia che sono presenti a loro modo in ogni singola burgeria. In che modo? A far le loro veci sono le striscette di mattonelline rosse che abbelliscono le pareti di tutti i punti vendita rendendoli subito riconoscibili.

Ma veniamo a quello che è ovviamente il core del business. Il cibo. Five Guys è ipnotico gastronomicamente per diversi fattori. Pur essendo un fast food la prima regola è: nulla qui è surgelato. Le patate fresche vengono tagliate tutti i giorni, una volta fatto ciò vengono sottoposte ad un pressure test più volte al giorno. Dopo una rapida precottura vengono letteralmente schiacciate tra le dita, prendendo qualche campione random, e soltanto facendo così il friggitore capo piò valutare quanto poi devono finire di cuocere, in olio bollente di arachidi. E sia le patate che le arachidi sono altre due caratteristiche peculiari dei locali, spesso infatti si vedono sacchi e sacchi di patate qui e lì e si possono sgranocchiare le arachidi, divenute un simbolo praticamente, mentre si aspetta il proprio turno. Fresco è ovviamente anche il manzo con cui vengono fatti gli hamburger di manzo che poi vengono messi all’interno di un bun sofficissimo.

Da qui si passa alla personalizzazione, una volta scelta una base si può, allo stesso prezzo, aggiungere tutto ciò che si vuole e che è disponibile sul tabellone.

Il segreto è non esagerare. È vero che l’All In fa gola, ma come ci spiegano, bisogna tutte le volte interrogare se stessi e capire che voglia si ha in quel momento, scegliendo tra dolce, salato, acido, amaro e umami. Il segreto è tutto lì.

Nota di merito anche per i golosissimi milkshake, imperdibile secondo me quello alla cannella, ma per i più arditi c’è anche la possibilità di aggiungere del bacon croccante alla miscela. Dicono sia straordinario, chi sono io per dire il contrario, un motivo in più per tornare e provarlo.

Spesa media 20 euro a persona.

 


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