Franciacorta DOCG Extra Brut Millesimato “EBB” – il Mosnel

Pubblicato in: Bollicine

Coincidenze. Può capitare che una notte, in macchina, una radio nostalgica trasmetta note e giri di accordi conosciuti e tante volte ascoltati, cantati. Ma questa volta è diverso.

Quante gocce di rugiada intorno a me
Cerco il sole ma non c’è
Dorme ancora la campagna, forse no
E’ sveglia, mi guarda, non so

Io la rugiada l’ho appena bevuta, fresca di bollicine minime ed esili, carica dei profumi della sua terra, di ricordi di fiori gialli, affumigata come la torba del Sebino, rocciosa come il monastero di San Pietro in Lamosa. E’ sveglia la terra, ride e si stira nella schiuma spessa e fugace.

Già l’odore della terra, odor di grano
Sale adagio verso me
E la vita nel mio petto batte piano
Respiro la nebbia, penso a te

Il perlaggio lento sa di pane briosciato, di mattina d’autunno, gli occhi assonnati, il naso in un succo di frutta, esotica. Una giornata di riposo, dove si comprano i giornali (cit.). Vita di tutti i giorni, sogni di tutti i giorni, sogni che durano una vita: come quelli di una signora forse dolce, forse austera, forse di aristocratica eleganza che se ne andava a caccia lungo le brughiere nebbiose di Franciacorta. A volte i sogni si avverano.

Quanto verde tutto intorno e ancor più in là
Sembra quasi un mare d’erba
E leggero il mio pensiero vola e va
Ho quasi paura che si perda

La bottiglia, bella, è qui davanti a me, su un bellissimo tavolo: di fronte le colline delle Langhe. Sono passati appena due giorni ma, adesso, l’ho voluta tutta per me. Fuori è veramente un mare d’erba, di vigneti ormai verdeggianti, di colline ondose. Clorofilla e ossigeno: il millesimo duemilaquattro accarezza l’oro e profuma di vaniglia e anice stellato, ed è forte, denso di lacrime polialcoliche, diritto e fiero, forse irrobustito dalle omeopatiche microossigenazioni del giovanile passaggio in legno piccolo, forse perché laggiù svetta il castello di Serralunga d’Alba. Facciamogli vedere di che pasta siamo fatti.
E sta su, assecondando, tagliente, culatello diciotto mesi e ventresca di tonno, battendo il petto su un risotto allo zafferano screziato di pistilli e animelle dorate, per proseguire in supplesse con gnocchi, gamberi e caviale, sciallandosi sul rombo in crosta di sale al caffè; si esalta poi nella sfida con un capretto allo spiedo, ingannevole tra costolette fritte e carciofi alla romana, per annichilire di languida e alcolica dolcezza, un timido piccione al tartufo nero di Norcia. Oltrepassandolo, lunghissimo e sontuoso.
E’ vero, il pensiero e la corteccia sensoriale secondaria mi portano ovunque la memoria possa scovare agganci per la più immediata felicità, ma non ho paura di perdermi, in compagnia di un’emozione. Vino, con le bollicine. D’oro, come il sole. Impressionante.

E intanto il sole tra la nebbia filtra già
Un giorno come sempre sarà…

Moog.

Fabrizio Scarpato

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A.I.S. Delegazione della Spezia – Le diverse anime del Franciacorta: incontro con Giulio Barzanò –
Sarzana (SP)


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