Clara Barra non è più la curatrice della Guida Ristoranti del Gambero Rosso.
Più volte annunciata, promessa, sperata, organizzata, circolata, alla fine è stata ufficializzata la decisione all’interessata.
Da un punto di vista tecnico, si tratta solo di uno spostamento organizzativo: Clara Barra, infatti, pur avendo la responsabilità di curare la Guida Ristoranti e molte altre, è redattore ordinario nella struttura del Gambero Rosso.
Da un punto di vista politico gastronomico, è un taglio netto. Adesso la continuità con il passato resta nelle mani dell’altro curatore, il notaio Giancarlo Perrotta, che però non è sicuramente padrone della “cucina” della guida e si limita a controllare i 40-50 ristoranti di cui tutti parlano.
Al momento Clara Barra, che ha accettato la decisione, non svolge alcuna mansione e non sarà facile trovarle una collocazione che eviti imbarazzi o, peggio, scontri legali.
I motivi di questa scelta non sono precisati, ma è noto da sempre lo scarso feeling tra Cuccia (e con Carlo Ottaviano) e la Barra mentre poi anche i rapporti, inizialmente ottimi, con Salerno si sono progressivamente guastati.
Quale futuro per la Guida?
Al momento sono perentoriamente esclusi innesti esterni: gli asset su cui si sta sviluppando, molto positivamente, il Gambero riguardano i Road Show all’Estero che stanno andando benissimo, di conseguenza anche la Guida dei Vini, bistrattata in Italia sul 2.0 ma seguita all’estero (il Tre Bicchieri resta ancora il riconoscimento più ambito di una cantina), la stessa tv con il contratto rinnovato, le guide a progetto, come quella in arrivo sull’Expò.
Dunque al timone formale resterà da solo il notaio Perrotta, mentre la “cucina” dovrebbe essere assunta da Valentina Marino che ha affiancato Clara Barra in questi ultimi anni, forse con il ruolo di vice-curatrice.
Per il resto non dovrebbe cambiare nulla e tutte le altre voci su arrivi esterni sono assolutamente desituite di ogni fondamento. In questo periodo nessun editore pensa di assumere qualcuno per una guida gastronomica cartacea invece di implementare il web come, saggiamente e molto bene, sta facendo lo stesso Gambero.
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