
di Emanuela Sorrentino
La pizza napoletana continua la sua ascesa. E proseguire nel percorso di valorizzazione dell’arte del pizzaiuolo, favorendo la formazione dei più giovani, è da sempre l’obiettivo dell’Apn, l’associazione pizzaiuoli napoletani attualmente presieduta da Gianluca Pirro, che ricopre anche il ruolo di amministratore di Squisito Eventi, società che organizza Tuttopizza.
Quale è il trend seguito dai professionisti del settore?
«Sicuramente c’è attenzione verso le materie prime ma soprattutto il pizzaiuolo ricerca sempre qualcosa di innovativo da proporre ai clienti. Penso ai topping, all’utilizzo di prodotti del territorio da promuovere, di ingredienti a chilometro zero e di nicchia. Il consumatore apprezza questo percorso di crescita anche perché è moto più consapevole e informato, si documenta. D’altronde chi va fuori per consumare una pizza è attratto anche dalla proposta in carta, dall’ambiente del locale che deve essere caldo e confortevole. E tutto questo è stato recepito dall’imprenditore e dal maestro pizzaiolo».
Quale è il Paese che risulta essere più in crescita nel mondo pizza?
«L’Asia in generale ci sta riservando tante sorprese ed è un mercato in continua espansione. Durante i tour di promozione delle nostre attività e anche di Tuttopizza notiamo che i pizzaioli asiatici si stanno innovando non poco. Restano fedeli alla tradizione di pizza margherita o marinara, al disco classico della pizza napoletana ma poi innovano con i prodotti locali. In Giappone la pizza con il pesce va per la maggiore, così come a Taiwan “osano” mischiare carne e pesce sul disco di pasta. D’altronde parliamo di loro tradizioni culinarie riportate sulla pizza».
Quali i progetti dell’Apn?
«Ne abbiamo tanti. Il nostro obiettivo è quello di continuare a batterci per l’inserimento della qualifica di pizzaiolo negli istituti alberghieri. In 7 della regione Campania è stata già istituita la figura del maestro pizzaiolo, facciamo dei corsi con i ragazzi e i nostri esperti, e notiamo che i giovani sono sempre predisposti a lavorare sodo per ottenere poi successo. Si tratta di un mestiere senza crisi. Chi intende farlo sa che è un lavoro dalle tante gratificazioni, che ti può far girare il mondo e conoscere usanze diverse dalle nostre, ma per il quale occorre molto impegno e sacrificio. Per noi è un inizio importante ma il percorso è ancora lungo. Ciascuno per la sua parte può fare davvero tanto».
Quali le novità di questa edizione di Tuttopizza?
«Ne abbiamo tante, a cominciare dai buyer esteri che saranno alla Mostra d’Oltremare in occasione dell’evento. Un risultato ottenuto in sinergia con altri enti e che testimonia quanto la pizza riesca ad attrarre. Lo scorso anno l’indagine del Cna sull’Osservatorio della Pizza ha evidenziato che in tutto il mondo il fatturato è stato di 15 miliardi di euro».
E come Apn?
«Attraverso l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani nel ricordo e negli insegnamenti dell’indimenticato presidente Sergio Miccù promuoviamo l’arte del pizzaiuolo napoletano in giro per il mondo. Abbiamo circa 1300 iscritti di tantissimi Paesi. Tra le prossime iniziative abbiamo il Campionato organizzato come sempre con Mulino Caputo che porterà a Napoli dal 3 al 5 giugno i più bravi professionisti dei diversi continenti che si sfideranno a colpi di impasti, cotture e topping in diverse sezioni».
E ci sarà una nuova categoria, vero?
«Avremo per la prima volta la categoria pizza e vino. In pratica il pizzaiolo sceglie il vino da abbinare tra quattro nostre referenze: prosecco, vino bianco, vino rosso oppure rosato. Questo testimonia quanto poi l’artigiano della pizza debba essere anche conoscitore di questo ambito per dare consigli anche ai propri clienti e per realizzare un wine pairing davvero accattivante nel menu del locale in cui lavora».
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