Giuseppe Di Iorio, lo chef italiano che ha incantato Angelina Jolie

aroma restaurant roma una stella michelin

di Bruno Sodano

Siamo a Roma, di fronte al Colosseo, uno dei monumenti più imponenti d’Italia e il più importante del mondo antico. Dalle camere di Palazzo Manfredi, dimora storica adibita ad esclusivo hotel, è possibile ammirarlo in tutta la sua bellezza. Farsi un regalo scegliendo di vivere un soggiorno qui è un’esperienza a tutto tondo da annoverare fra quelle più belle da fare nella propria vita.

La terrazza di Palazzo Manfredi ospita il ristorante Aroma, una stella Michelin, tappa fissa in Capitale dell’attrice americana Angelina Jolie. Come darle torto: lo chef, Giuseppe Iorio, porta in tavola una cucina italiana di facile interpretazione, studiata per esaltare il Made in Italy e offrire anche alla clientela internazionale un quadro della cucina italiana moderna. Con  esperienza e passione riesce ad interpretare luogo e la sua bellezza con una cucina che sottolinea il paesaggio e lo arricchisce di emozioni.

La carta dei vini è ben studiata – etichette che non deludono – con possibilità di scegliere percorsi che accompagnano la cena. A giudicare da quanto visto con la sala piena, sono diversi i commensali si affidano nelle mani del Sommelier Federico Maramao che ha la capacità di consigliare interpretando i gusti di ogni ospite sorprendendo i più curiosi.

La sala ben prestante con un servizio molto attento all’ospite a cura di Alessandro Orfini e Damiano Verdone. Entrambi riescono a coccolarti e a farti sentire un vero V. I. P.

Con l’entrée ben si comincia e si riesce a percepire quello che poi ci aspetterà durante la serata. Un alternarsi di sapori e consistenze che divertono il palato, nel solco della tradizione e con l’inserimento di guizzi tecnici.

I menù degustazione sono diversi e in cucina sono molto bravi a garantire un servizio eccellente in caso di allergie o intolleranze alimentari. Partiamo con una ricciola marinata alla fava tonka, mela annurca e avocando. Una tartare rassicurante con una sua personalità fatta di note fresche.

In tutto il menù si apprezza il tocco delicato e attento, una cucina fondata su basi classiche che mira a valorizzare l’identità mediterranea.

Tecnica e attenzione alle cotture per portate confortevoli come ad esempio i tortelli di patate con bottarga e ricci che vengono serviti accompagnati da una equilibrata salsa all’aglio nero molto funzionale al piatto.

Il risotto, burro affumicato al whisky torbato e alici ci fa capire quanto una grande materia prima riesce con arguzia a trasformarsi in piatti che lasciano il segno.

In tutto si nota una mano concreta e precisa capace di rispettare ogni singolo ingrediente senza stressarlo o stravolgerlo eccessivamente. Anche sui secondi troviamo gusto e materia come nel baccalà alla puttanesca, un piatto che racchiude i profumi della tradizione e che si esprime in bocca in maniera incisiva grazie alle note aromatiche intense e alla salsa di pomodori del piennolo di grande carattere.

I dolci tendono a fondersi con l’arte e i giovani pastry chef – Irene Tolomei  e Roberto De Santis–  sono molto attenti al dettaglio. Irene c’è da dire che è una professionista che mira a sedurre il commensale prima sul piano estetico e poi su quello gustativo.

Una selezione dolciaria che conclude in maniera impeccabile quella che è una cena in uno dei posti più romantici del mondo.

Dopo questa bellissima esperienza non vi resta che scendere al piano inferiore del palazzo facendovi coccolare da uno dei bartender che lavorano al The Court – uno dei migliori secondo la fifty best bar per il 2021. Un mix perfetto di storia, gusto e benessere.


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