
di Marina Alaimo
Mi piace il format pensato da Peppe Di Martino “Indovina chi viene a cena”. Perché non perde mai di vista quegli elementi indispensabili per poter godere del momento della tavola. Ovvero la convivialità che sa creare solo l’intimità tra poche persone che riescono a chiacchierare – ed a gustare – in piena armonia. Certamente non è questo l’unico ingrediente. C’è poi l’alta competenza in fatto di cibo e cucina ed è cosa nota quanto Peppe viaggi in questa direzione. Ed ancora il divertimento che viene condiviso pienamente dai commensali fino all’idea di tornare ancora.
Ad ogni appuntamento c’è Peppe Guida, riconosciuto ormai come grande interprete della pasta secondo uno stile molto mediterraneo, basato su pochissimi elementi esaltati al massimo dalla profonda conoscenza degli stessi e da una certa sicurezza acquisita sul campo.
E poi c’è lo chef ospite che viene da un paese europeo e che, almeno presumibilmente, non ha una grande esperienza in fatto di pasta. In effetti un format geniale anche per affermare maggiormente all’estero l’alta qualità della pasta di Gragnano.
A me è toccato il giovane chef teutonico Alexander Huber, ovviamente molto diverso nello stile e negli ingredienti dal mediterraneo Peppe Guida. Ma il bello di Indovina chi viene a cena sta innanzitutto nello scambio culturale dell’idea di cucina e della materia prima. Nel suo caso niente mare, ma tanta trota salmonata, e prodotti della terra.
Si parte con la sua idea di 5/4 di vitello molto lavorato, quasi stordito dalla panna e dall’aceto.
Leggero e piacevolissimo il caviale di trota salmonata servito in purezza.
A questo punto l’ardua interpretazione della pasta che non è proprio il suo habitat naturale.
Ma se l’è cavata più che bene. Gnocchi sardi, lattuga, trota salmonata, uovo marinato e prosciutto crudo. Ha indovinato il formato di pasta per il suo piatto, ma forse gli ingredienti sono veramente troppi e senza un filo conduttore.
Recupera alla grande con i mezzi canneroni, animelle, champignon e misticanza; sicuramente il suo piatto migliore nel quale ritorna il 5/4 di vitello cotto in maniera perfetta, i sapori sono pieni, rotondi e guduriosi.
Ottimo l’abbinamento con il grillo 2008 di Barraco, altro grande divertimento di questa serata nella cucina del Pastificio dei Campi.
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