Vigilia, la ricetta degli scauratielli cilentani

Pubblicato in: I dolci

di Gianni Ferramosca

Non è Natale nelle case cilentane se durante la notte della Vigilia non si preparano gli Scauratielli, i piccoli dolcetti simbolo della tradizione natalizia di quella terra.

Si tratta in realtà, di un antichissimo dolce preparato in Cilento, tramandato di generazione in generazione, ha tuttavia smarrito nel corso dei secoli, persino a gli occhi degli stessi cilentani, il suo importante significato simbolico.

Gli Scauratielli, ricevuti in lascito dai coloni greci che vissero in quelle aree tra il VII e il VI secolo a.C., quando i Sibariti, discendenti degli Achei,  fondarono Posidonia, divenuta poi in epoca romana Paestum, venivano preparati dai coloni greci durante la notte più lunga dell’anno, quella del solstizio d’inverno, quando l’oscurità, prendeva il sopravvento sulla luce, evento individuato all’epoca, proprio nel giorno in cui cade attualmente il nostro Santo Natale. Si celebrava cosi, in quella occasione, il ritorno alla luce, del sopravvento del giorno sulla notte, fissando in un punto preciso dell’anno, ovvero, l’attuale mezzanotte della vigilia di Natale, la chiusura e la riapertura di un nuovo tempo ciclico, da cui tutto, riprendeva un nuovo inizio.

Un tema, quello del tempo ciclico, che gli antichi greci si preoccupavano di chiudere ( e riaprire…), con una delle offerte più gradite agli Dei, ovvero, uno di quei dolcetti a base di miele diffusi ovunque nel bacino del mediterraneo, tutti originari, appunto, della antica Grecia.

In questo caso però, la semplice offerta di un dolce al miele da sola non sarebbe bastata, cosi i coloni si curavano di confezionare queste “ciambelline” dandogli la forma delle lettere greche, Alfa (α) ed Omega (ω), forma in cui ancora oggi vengono tradizionalmente realizzati, per indicare appunto, le lettere che segnano l’inizio e la fine di quell’alfabeto.

La simbologia attribuita alle due lettere, ripresa probabilmente dalle famose parole pronunciate da Cristo durante l’autoaffermazione nell’Apocalisse: “Io sono l’Alfa e l’Omega, colui che è, che era, che viene, Io sono il principio e la fine, l’Onnipotente… (A1, 8;21,5-6), veniva riportata, per questo motivo, anche sulle antiche Icone Greche proprio accanto al volto di Gesù.

Le reminiscenze elleniche evocate dagli Scauratielli, nella visione trionfale di dono offerto agli Dei, si sono comunque attenuate nel corso degli ultimi decenni, da quando, sin dagli anni cinquanta e sessanta dello scorso secolo, è cambiato il loro modo di servirli in tavola, da quel momento infatti, le foglie di alloro e di rosmarino che una volta completavano il piatto assieme al miele rivelandone chiaramente l’origine, sono state sostituite, purtroppo, con dei piccoli confetti colorati.

Ricetta raccolta da Gianni Ferramosca

Scauratielli

Di Luciano Pignataro

Ingredienti per 4 persone

Preparazione

Far bollire per una decina di minuti l’acqua con le bucce di arancia, mandarino e limone, il vino, l’olio, lo zucchero, il sale ed il rosmarino. Eliminate a questo punto dall’acqua le bucce ed i rametti e, in un sol colpo, aggiungere la farina rigorosamente “00” già setacciata in precedenza, lasciando continuare la cottura, rimestando con energia, servendosi di una buona paletta di legno finché la pasta degli Scauratielli non si separa del tutto dalle pareti della pentola.

A questo punto adagiate il composto così ottenuto su di un piano di marmo o di legno già oliato e continuate pure a lavorarlo, magari aiutandovi con un mattarello. Lasciate raffreddare l’impasto mentre lo lavorate ancora, quindi ritagliate dei piccoli pezzi a cui darete la tipica forma Alfa e Omega.

Friggete gli scauratielli in abbondante olio extravergine, una volta lasciati raffreddare, disponeteli su di un piatto da portata e condite con miele, buccia di limone, “confetti colorati” e rametti di rosmarino. Felice Natale.


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