
di Antonella Amodio
Sono il mistero e il vulcano a “mappare” i vini della linea Anima Lavica Janare della cantina La Guardiense. Un lavoro di valorizzazione, zonazione e sperimentazione iniziato anni fa con il team della cantina, come affermato dal presidente Domizio Pigna durante la presentazione a Palazzo Petrucci di Napoli. Uno studio capitanato dall’enologo Riccardo Cotarella e da Marco Giulioli, con vini che raccontano attraverso il sorso la terra sannita in versione vulcanica, prodotti da vigneti coltivati sugli affioramenti di rocce vulcaniche. Suoli sabbiosi, vetrosi, di colorazione grigio scura, depositati dall’eruzione dei Campi Flegrei tremila anni fa, abitano nei vigneti dei soci della cantina – come raccontato da Marco Giulioli, l’enologo interno de La Guardiense – dove mille piccoli vignaioli, sotto la regia degli esperti, gestiscono i 3636 vigneti, i 500 ettari mappati ed evidenziati con le intrinseche caratteristiche, dove ogni vendemmia si selezionano i migliori per la produzione dei cru aziendali. A Guardia Sanframondi, tra i Monti del Matese e il Monte Taburno, c’è il motore vitivinicola della Campania, che promuove l’immenso patrimonio di biodiversità, sfociando nel progetto Janare e nella linea Anima Lavica.
Vini fermi e spumanti, tra cui uno Spumante Brut da uve falanghina ( metodo Martinotti ) e la Falanghina del Sannio Dop, ottenuta da un areale dove l’ignibride campana è la caratteristica principale. A breve vedrà la luce anche un rosso di uve aglianico. La cucina dello chef Lino Scarallo, a Palazzo Petrucci ha accompagnato una selezione di vini prodotti da cru, aprendo l’aperitivo con lo Spumante Brut di Falanghina del Sannio Dop “ Cinquantenario” metodo classico vendemmia 2017 e sboccatura 2022.
La Guardiense
C/da Santa lucia 104, Guardia Sanframondi (BN)
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