
di Marco Galetti
Gli Scauratielli di Daniela ingredienti e modalità di preparazione:
750 ml di acqua
Rosmarino
Bucce di mandarino, limone e arancia
Mezzo bicchiere di vino bianco
10 gr di sale
50 ml di olio di semi
20 gr di zucchero
500 gr di farina
Un uovo
Olio di semi per friggere
Miele di castagno per condire
Portare a ebollizione l’acqua con il rosmarino, le bucce degli agrumi, il vino, l’olio, il sale e lo zucchero, filtrare e aggiungere in un colpo solo la farina.
Cuocere a fuoco lento, mescolando, fino a quando l’impasto non si stacca dal fondo della pentola.
Ungere la spianatoia con un po’ d’olio e trasferirvi il composto che deve essere impastato bene con le mani unte d’olio avendo cura di togliere eventuali grumi.
Lasciare raffreddare un po’, aggiungere l’uovo e continuare ad impastare, poi formare i classici scauratielli, friggerli in abbondante olio di semi e una volta scolati cospargerli, scialando, con miele di castagno.
Gli scauratielli tipici della Vigilia, sono dolci antichissimi, risalenti al sesto secolo A.C., che sono stati tramandati ai cilentani dai coloni greci, come afferma Luciano Pignataro, sono dolci, rituali, liturgici e mediterranei.
La forma ricorda l’Alfa e l’Omega, le lettere che aprono e chiudono l’alfabeto greco, gli strepitosi scauratielli aprono il cuore, chiudono il pasto e fanno pensare a quanto siano importanti le tradizioni e quanto poco contino le mode e le modelle da non prendere a modello.
Durante i miei soggiorni cilentani ho avuto la fortuna di poter assaggiare più volte questi piccoli grandi regali del passato cilentano, sicuramente quelli maggiormente graditi, anche perché preparati appositamente per me in occasione della mia calata in Cilento il 3 Gennaio, sono stati quelli dorati ma non bruciati, morbidissimi all’interno, senza traccia né sensazione di unto, di Daniela che con questo dolce morso e con il suo trasparente&rincuorante benvenuto al Sud mi ha fatto sentire a casa.
Ma se io, milanese doc da parte di padre e mezzo senese da parte di madre, mi sono sentito a casa a Vallo della Lucania da “Daniela la Dolce e da Mimmo il Pizzaiolo” , non è che, magari, per motivi imperscrutabili, sono un po’ terrone anch’io…
Dai un'occhiata anche a:
- Fragole e Champagne con Élevage, il ristorante di Anna e Mario dove l’amore per la terra si fa racconto
- Spaghetti all’Assassina, la ricetta e otto locali di Bari dove mangiarla alla grande
- Capri, in piazzetta la focaccia d’autore
- Perché si taglia la schiuma della birra?
- Il “Biondo” di Caulonia. La bella storia di Ilaria Campisi, visionaria imprenditrice agricola della Locride
- Pizze con frutta e verdura, da Gino Sorbillo la tappa di Harvesting Happiness
- Chi è sant’Antonio Abate, protettore dei pizzaioli, dei panettieri e dei pompieri?
- Napoli, da Mimì alla Ferrovia l’esaltazione dei piatti napoletani con gli aceti più antichi d’Italia