
di Carmen Autuori
Le notti considerate “magiche” che scandiscono il calendario solare sono due: quella di Natale e quella di San Giovanni, entrambe cadono a cavallo del solstizio d’inverno e del solstizio d’estate che quest’anno avverrà il 21 giugno, precisamente alle 4,42 (ora italiana).
Di chiara derivazione pagana, la loro celebrazione è legata alla venerazione del Sole considerato fonte di vita e, traslato, di buon auspicio per il futuro raccolto.
È la notte dell’energia che pervade attraverso la rugiada erbe, fiori, animali ed umani. E proprio da questo concetto bisogna partire per comprendere il significato profondo della celebre Acqua di San Giovanni diffusa un po’ in tutto il Meridione.
La tradizione vuole che la notte tra il 23 e il 24 giugno, festa di San Giovanni Battista, si raccolgano erbe e fiori spontanei (iperico, lavanda, malva, artemisia, calendula, rosmarino, salvia) e si lascino a bagno in acqua di fonte per tutta la notte, la mattina successiva ci si lavi il viso in segno di purificazione fortuna e benessere.
Ma non solo, la stessa notte è usanza accendere dei falò con le erbe secche e i rami ottenuti dalle potature, per scacciare le tenebre e celebrare la luce.
Abbiamo chiesto a Giovanna Voria, ambasciatrice della Dieta Mediterranea, nonché cultrice delle tradizioni più ancestrali della sua terra come viene celebrata questa notte magica nel Cilento.
<<Nell’acqua di San Giovanni non possono mancare tre erbe fondamentali, l’iperico che popolarmente porta il nome del santo, l’elicriso e la calendula, oltre ad altre erbe aromatiche e fiori come la rosa e la lavanda. Il loro tratto distintivo è il colore giallo che, appunto, ricorda quello del sole. Sebbene considerate magiche, l’uso di queste piante è supportato dalla scienza, in quanto contengono olii essenziali medicamentosi sia per la cura della pelle, nello specifico le scottature, la psoriasi, l’acne, per attenuare i segni del tempo come le rughe e, in particolare l’iperico, funziona da vero e proprio antidepressivo naturale.
Mentre l’elicriso è associato ad Apollo, dio del sole, raffigurato con un ramo come simbolo di protezione e guarigione. Non appassisce velocemente e per questo è considerato simbolo d’immortalità. Si dice, inoltre, che tenga lontano le influenze negative.
Per questo da un po’ di tempo preparo degli oleoliti a base di questi fiori da tenere in casa per ogni necessità tutto l’anno.
È molto semplice prepararli, basta mettere in infusione una tazza di fiori di iperico o di elicriso in 400 ml di olio extravergine d’oliva per 40 giorni in un contenitore di vetro ed esporre alla luce del sole, avendo l’accortezza di ritirarlo all’imbrunire>>.
La celebrazione di San Giovanni è molto sentita un po’ in tutto il Cilento, ad esempio ad Eredita il 24 giugno viene messa in scena la sacra rappresentazione del Volo dell’Angelo, mentre ad Ostigliano fino a qualche tempo si teneva la “processione delle lanterne”, alla vigilia della festa il santo veniva portato in processione accompagnato dai fedeli che reggevano 24 lumini.
Il numero 24, così come la rugiada, è ricorrente nei riti che appartengono a questa notte magica. Infatti 24 devono essere le noci il cui mallo servirà per la preparazione di un litro del celeberrimo nocino, il liquore a base di mallo, caffè e spezie considerato un ottimo digestivo e un toccasana per il fegato.
Secondo la tradizione proprio in quella notte le noci racchiudono l’energia del sole e la forza dell’albero da sempre considerato magico.
Ritorna anche in questa tradizione il concetto di luce che vince sulle tenebre, del bene sul male, dell’abbondanza sulla carestia.
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