Il mais nero di Luca Tarquini

Pubblicato in: Curiosità
il mais nero di luca tarquini

di Chiara Giorleo

Come definire Luca Tarquini? Un sognatore. Anzi no, un agricoltore illuminato. O forse, un appassionato curioso. Qualcuno direbbe: un ostinato o folle.

Da tecnico va a trovare un agricoltore che nel capanno degli attrezzi ha una pannocchia di mais nero. Chiede lumi, parlano di una rarità.  La nonna gli spiega meglio che trattasi di un tipo di mais salutare, raro e – quindi – porta fortuna… anche per trovare l’amore. In effetti, quando si “spannocchiava”, la regola in Abruzzo era: chi trova il mais nero può baciare chi vuole del gruppo.

Prova a recuperarne una ma gli viene ceduta con molta fatica finché decide di piantarla e vedere che succede. Siamo a Bazzano (L’Aquila), i primi raccolti sono multicolore a causa della facile ibridazione che lo caratterizza. È costretto a cimare e proteggere le singole pannocchie per limitare l’ibridazione che si rischia fino a 3km di distanza. Ci vogliono anni ma alla fine ce la fa e così, solo dopo averne testato al bontà e rendendosi conto si proprietà straordinarie come il non assorbimento di piombo, decide di andare in produzione. Si rende subito conto che il prezzo che quel lavoro richiede non è competitivo sul mercato finché non viene intercettato da importatori finlandesi che cercano Made in Italy e salubrità. Dopo mesi di analisi lo cercano ed eccoci con i suoi snack di mais soffiati degustati e scoperti in accompagnamento agli spumanti di Abruzzo in Bolla (L’Aquila, 21- 23 giugno 2025).

La farina è perfetta anche per i prodotti senza glutine ovviamente, e viene già usato per altro come i biscotti.

Una storia così merita di essere raccontata e, intanto, sta attirando l’attenzione di operatori e ristoratori italiani (Azienda Agricola Dietro al Monte).


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