Parla Marco Serra, presidente Consorzio Vini Salerno

Pubblicato in: Curiosità
Nuovo Presidente del Consorzio Vini Salerno

di Nico Casale

«La vendemmia nel territorio salernitano quest’anno è stata eccellente da un punto di vista sia qualitativo, perché abbiamo avuto uve sane, di ottima qualità e in ottimo stato, sia quantitativo, perché, facendo una media sui vari territori, abbiamo avuto un +10% circa rispetto allo scorso anno». Lo sottolinea Marco Serra, presidente del Consorzio Vini Salerno “Vita Salernum Vites”.

Da quasi due mesi guida il Consorzio, qual è stata la sua prima impressione sullo stato del settore vitivinicolo salernitano?
«È stato fatto un grande lavoro da parte delle aziende e di chi mi ha preceduto alla guida del Consorzio fin dalla sua fondazione. La percezione qualitativa e di immagine dei vini salernitani è cresciuta.
Le aziende stanno lavorando in modo estremamente egregio. Vanno rafforzati ulteriormente il valore delle denominazioni e l’immaginario esterno di Salerno come terra di produzione di vini. Siamo a buon punto, ma non bisogna fermarsi».

Il cambiamento climatico incide sempre più sulla viticoltura. Come rispondono i produttori salernitani?
«Sicuramente il cambiamento climatico sta influenzando perché non ne siamo esenti. La viticoltura salernitana, però, può ancora godere di territori su cui questo fenomeno non ha ancora un impatto devastante. Il cambio delle tecniche di coltivazione, l’utilizzo di vitigni autoctoni e un’esperienza millenaria dei nostri viticoltori ci stanno aiutando. Poi, con l’ausilio di tecnologie e ricerca scientifica, siamo sulla buona strada per poter aumentare il valore qualitativo e per preservare l’habitat naturale della vite nell’area salernitana».

Dalla fascia costiera alle aree interne, che ruolo hanno queste zone nella produzione vinicola locale?
«Direi che l’intero territorio salernitano ha varie peculiarità, penso alla composizione del terreno, al microclima, al modus operandi dei viticoltori, ai vitigni autoctoni che insistono sui nostri territori. Questo mix ci crea delle condizioni uniche che vanno ulteriormente sviluppate e comunicate».

Immagina dei progetti specifici per valorizzare la produzione?
«Sì. Ci sono progetti specifici come il recupero e la valorizzazione dei vitigni e l’introduzione, a supporto delle coltivazioni, di nuove tecnologie. Mi riferisco, ad esempio, alla viticoltura di precisione che ci può aiutare nella migliore distribuzione della risorsa idrica, aumento della capacità di conservazione delle sostanze organiche e riduzione dell’utilizzo di fitofarmaci, così da avere una viticoltura sempre più sostenibile».

Come si stanno muovendo sui mercati le aziende del Consorzio?
«Intanto, c’è uno zoccolo duro che è composto da coloro i quali sono stati un po’ gli avanguardisti della nostra provincia, che hanno costruito e saputo mantenere nel tempo un’identità aziendale e territoriale. Oggi, ci sono tante piccole aziende che si stanno affacciando al mercato e lo fanno in modo qualificato e promuovono la viticoltura salernitana. Bisogna aumentare il valore delle denominazioni perché, al di là di prestigio e forza aziendale, le denominazioni danno ulteriore supporto da un punto di vista commerciale. Una denominazione riconosciuta facilita la penetrazione nei mercati e il fare squadra tra aziende sul territorio si rivela fondamentale per essere competitivi sui mercati nazionali e internazionali in un momento di difficoltà del settore e in un mercato sempre più globalizzato».

Per la promozione del vino salernitano quali iniziative avete in programma?
«Riprendere la manifestazione Vini del Tuffatore per avere un salone delle denominazioni salernitane e promuovere e valorizzare le nostre produzioni. Poi, ci sono le partecipazioni alle collettive con gli altri Consorzi di tutela regionali alle principali manifestazioni. A novembre, avremo Merano Wine Festival; poi, ci sarà Wine Paris a febbraio e così via».


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version