Jam session di Pasqualino Rossi alla Gatta Mangiona con la Guida delle pizzerie napoletane

Pubblicato in: La Pizza e basta

di Monica Piscitelli

Lunedì scorso con un’accoglienza strepitosa da parte del pubblico e della stampa (sul mio blog il post), si è svolta a Roma, a La Gatta Mangiona, la presentazione della Guida alle Migliori Pizzerie di Napoli e della Campania che ho scritto con L’Ippogrifo. Ad introdurla una collega davvero in gamba come Clara Barra, curatrice della Guida ai Ristoranti del Gambero Rosso.

Il lavoro sulla pizza, come sapete, è iniziato con questo blog con la App per Iphone e Ipad. E’ una bella Campania, quella della pizza che tanto contigua con l’agricoltura è. Così riflettevo su quanti prodotti straordinari la regione può vantare e che presa incredibile hanno sul pubblico.

Un pizzaiolo campano come Pasqualino Rossi, giovane e appassionato, duetta nella capitale in uno dei locali più affermati per la pizza, accanto a un veterano della valorizzazione dei prodotti come Giancarlo Casa. Mimmo La vecchia, Il Casolare; Agrigenus, azienda produttrice di Pomodoro San Marzano, Eden di Olive Caizzane, Caprareccia di olio evo da caiazzana accompagnano il pizzaiolo. E lo fa anche Nicola Sorbo, presidio del territorio vulturino.

 

 

E c’è sempre da scoprire. Accanto al Fiano di Avellino Docg di Ciro Picariello e all’aglianico Passo del Lupo di Ferrara, c’erano due birre. Le devo commentare con loro, per dire che fantastico tesoro è la nostra regione. A produrle Vito Pagnotta, agronomo laureatosi nel Molise, discendente di una famiglia di coltivatori di cereali  che, con il suo progetto, punta sulla ricerca e sulla qualità.

Dopo un periodo in Belgio ha acquisito il know how necessario a utilizzare, come sognava, i propri cereali come materia prima per la produzione di birra artigianale. Nascono così la birra Serro Croce, bionda  e ambrata.

 

 

 

 

I cereali sono coltivati da tre generazioni in questo angolo della provincia di Avellino, a Monteverde, a 740 metri d’altezza, non lontano dal confine con la Basilicata e di collaborazioni con l’istituto sperimentale cerealicolo di Foggia e con il  Cerb di Perugia. L’azienda è situata nel territorio di., Monteverde, adagiato su tre colli – Serro del Castello, Serro Croce e Serro dell’Incoronata – domina la valle dell’Osento e delimita il confine con la Basilicata. Dal  Serro Croce è il colle più alto da cui è possibile osservare tutti i campi dell’azienda.
L’acqua è quella dei laghi di Monticchio, data la vicinanza con il confine della Basilicata. Una azienda che si trova nel paradiso della remota Campania, lì dove soffia il vento di Lacedonia. Pagnotta produce ad oggi 20000 bottiglie, ma, dato che tiene particolarmente alla freschezza e alla qualità degli ingredienti delle sue cotte, lavora per piccoli lotti. Per me questa birra è un elisir di lunga vita, dà benessere.

La chiara Serro Croce
Lineare, fragrante, rigenerante e evocatica la chiara, ricchissima alla beva nei suoi ricordi amari ed agrumati. Un progetto luminoso che ha una progressione emozionante.
La birra ambrata Serro Croce
Una esplosione di note orientali per la ambrata. Spuma compatta e serrata, naso complesso ed espressivo. Note di crosta di pane abbrustolita, di chiodi di garofano, cardamomo e mela golden. Bocca decisamente sontuosa, fresca al punto giusto ma soprattuto piena e lunga.Una birra definita da meditazione, ma senza i tipici difetti del termine. Si beve e ha carattere.

E’ questa la Campania che va, che racconto anche nella mia guida, che non mi stanca mai.

 

Foto di Monica Piscitelli


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