Khamma 1997 Moscato di Pantelleria doc Salvatore Murana |VIDEO

Pubblicato in: in Sicilia

Khamma 1997

Uva: zibibbo
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: appassimento su stinitoi, affinamento in barrique di secondo o terzo passaggio.

Ecco un mito degli anni ’90 davvero degno di essere definito immortale. Salvatore Murana raccolse il sole e la luminosità di Pantelleria dagli alberelli panteschi, li concentrò e poi li fece riposare in barrique di Allier per il tempo da lui ritenuto necessario.
Mise questa bottiglia nel mare di Ulisse e le correnti la portarono a Marina del Cantone dove fu raccolta da un altro Salvatore che la lasciò in eredità ai figli Mariella e Alfonso.
E’ stato dunque davvero un atto di amicizia quella di aprirla e condividerla in una domenica di marzo baciata dal sole, quando gli olivi sono più verdi, sul nostro tavolo alla Taverna condivisa con le persone giuste e dopo la prima di Nanni Copé 2013.
Certe bottiglie non hanno prezzo, soprattutto quando si bevono al momento giusto.
Se voi masticate una crocetta calabrese e beccate ancora l’acidità del fico appassito che bilancia la essenza dolce rilasciata dagli zuccheri caramellati dal sole allora state facendo il boccone del Paradiso. La stessa sensazione, di consistenza liquida, è la prima che viene in mente al sorso di questo vino vivo, esuberante, spudorato, magnifico.

Ma non è solo il piacere del frutto a rilassare il naso, dalla carruba a note vagamente tostate e fumé, ai chicchi di caffé, le albicocche secche vesuviane. E’ tutto il mondo della campagna meridionale che si esprime. Ma il piacere olfattivo sta a quello del palato nel rapporto da uno a dieci, perché il vino non attacca dolce, si dipana ai lati e poi avvolge tutta la lingua trascinandola in un finale esaltante, promettente, pulito, lunghissimo.

Salvatore Murana, forse il più grande viticoltore di sempre a Pantelleria. Ne scrivo e salivo ancora dopo dieci giorni. Cosa chiedere di più a un vino? Grazie per il sole del 1997.
Come dice in questa intervista, uno dei pochi casi in Italia in cui il territorio diventa vino e dove insegna la differenza tra vini di luce e di calore.
Chi mi passa il foie gras?

 

 


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