
di Tommaso Esposito
Lo cotugno nzertato a ppiro ‘ncoppa
ca nce lega e assesta Nunziante Pagano lo conosceva bene e lo cantava nella Mortella d’Orzolone.
Aniello lo coltiva e ne fa dono agli amici.
Io non so quanto ci sia di milo e quanto di piro in questo frutto.
Ne farò cotognata.
La ricetta raccolta da Mimì Manzon fu detta campagnola.
L’ho modificata a modo mio.
E’ facilissima a dirsi.
A farsi pure.
Se si avrà la fortuna di trovare le cotogne.
Ingredienti
Mele cotogne sbucciate kg 1,5
Zucchero semolato gr. 800
Limone verde piccolo 1
Acqua due bicchieri
Procedimento
Sbucciare le cotogne.
Privarle del torsolo e farne fette sottili.
Adagiare in una pentola.
Versare lo zucchero, il sugo del limone e i due bicchieri di acqua.
Rimescolare, portare a ebollizione e continuare la cottura a fuoco lento.
Rimescolare ogni tanto per evitare appiccicature sul fondo.
Dovrà peppejare per circa un ora e comunque fino al prosciugarsi del liquido.
Riposta in barattoli si rassoderà e imprigionerà i pezzetti di cotogna sopravvissuti.
Riposta in vaschette da plumcake ne prenderà la forma e potrà essere tagliata a fette.
I raffinati a mezza cottura possono trasformare la campagnola in signora passando al setaccio la confettura per poi lasciare continuare il peppejamiento.
Vieste Cicco ca pare Barone,
vieste Barone ca pare Cicco!
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