
No vabbé, pane e mortadella era la colazione tipica di quando si faceva filone a scuola. Chissa perché, ma era così. Un salume identitario, odiato dalla destra ai tempi di Prodi, sconsigliato da tutti i nutrizionisti, decisamente dispensatore di felicità.
L’arte bolognese ha spezzato la sua monotonia utilizzando soprattutto i pistacchi siciliani (almeno speriamo che sia così), ma Davide Civitiello, il pizzaiolo residente di Rossopomodoro a via Partenope, ha rilanciato rinfrescando la pizza con la mortadella e rimandando un po’ al concetto di ‘o pere e ‘o musso.
La pizza di mortadella di Pasqualino Rossi della Pizzeria Elite di Alvignano è invece fatta con la Bonfatti, presidio Slow Food, pistacchi di Bronte, ricotta di bufala e olio Crapareccia.
Il primo a farla a Napoli è stato Starita a Materdei, più cremosa e piaciona, con fiordilatte e crema di pistacchi per dare spinta. Una versione più invernale, molto efficace.
Un altra versione, torniamo fuori Napoli, precisamente a Ercolano, è quella di Giuseppe Pignalosa delle Parule, un locale raccontato da Tommaso Esposito che sta puntando molto sulla qualità degli ingredienti abbinata alla sapienza dell’impasto.
Una versione gourmet l’ha beccata, sempre Tommaso Esposito, a Cardito da Eat to eat, sempre in provincia di Napoli, tagliata a fette dal pizzaiolo eretico Salvatore Impero
Franco
Chiudiamo volentieri con la pizza alla mortadella di Franco Pepe, impreziosita dal pistacchio e ricotta, fragrante e perfetta.
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