Garantito IGP – La riscossa del Vino Nobile di Montepulciano passa anche per l’Associazione Terra Nobile – Garantito IGP

Pubblicato in: GARANTITO IGP
Terranobile, batteria dei vini in degustazione

di Andrea Petrini

Diciamoci la verità, se tra noi amanti del vino facessimo un sondaggio per capire quanto Nobile di Montepulciano abbiamo comprato e bevuto nel 2017, più o meno, che risposta daremmo? Provo ad azzardare: sguardi estraniati e voci balbettanti sarebbero i riscontri maggiori.

Diciamoci la verità, tranne qualche rara eccezione, a lume di naso la denominazione non è che negli ultimi tempi goda di ottima salute nonostante le enormi potenzialità di un territorio, come quello di Montepulciano, dove si fa vino fin dai tempi degli Etruschi.

E allora, dove sta il problema? Tirando le somme, a mio giudizio, i grattacapi, tra ipotesi più o meno realisstiche e dati oggettivi, possono essere così riassunti:

A tutto questo va aggiunto, forse, il problema maggiore ovvero l’assoluta mancanza di identità territoriale del Nobile di Montepulciano grazie alle recenti modifiche di un disciplinare che permette la produzione del vino, a base di sangiovese (prugnolo gentile), con la possibilità di aggiungere un 30% di vitigni complementari idonei alla coltivazione nella Regione Toscana purché la percentuale dei vitigni a bacca bianca non superi il 5%. In totale, basta scaricare il disciplinare, si possono usare come taglio ben 81 vitigni tra cui, ovviamente, merlot e cabernet sauvignon.

Questa logica, stabilita tutta a vantaggio dei grandi industriali del vino, oltre che a portare a quella che è stata definita “supertuscanizzazione” del Vino Nobile ha contribuito, fatto per me fondamentale, ad avere sul mercato tanti “stili” differenti di vino che, esulando dal territorio, hanno creato quella che ho definito mancanza di identità del Nobile di Montepulciano soprattutto a scapito del concorrente Brunello di Montalcino che ancora oggi, pur lottando, è un sangiovese in purezza.

Diciamoci la verità, le difficoltà, che in maniera anche superficiale ho cercato di sintetizzare precedentemente, sono ben conosciute da tutti gli attori della denominazione tanto che da qualche tempo alcune aziende stanno cercando di dare una scossa creando alleanze ed associazioni complementari al Consorzio. E’ il caso, ad esempio, di Alliance Vinum (La Braccesca, Avignonesi, Boscarelli, Dei, Poliziano e Salcheto) che si pone l’obiettivo di dar vita ad un Nobile (senza ulteriori menzioni geografiche) da sangiovese in purezza e, soprattutto, di Terra Nobile
che è un’associazione composta da ben 10 aziende (Casale Daviddi, Croce di Febo, Fassati, Il Molinaccio, Metinella, Montemercurio, Podere Casanova, Romeo, Talosa, Tiberini) nata ponendosi obiettivi e regole ben più restrittive rispetto alla precedente avendo sempre come riferimento il ritorno alla tradizione e alla qualità eccelsa del Vino Nobile di Montepulciano.

In particolare Terra Nobile si prefigge i seguenti obiettivi e regolamenti interni che così possiamo sintetizzare: esclusivo utilizzo di vitigni autoctoni minimo 85% di Sangiovese e/o  Prugnolo gentile, 15% di vitigni autoctoni toscani, riduzione del 10% delle rese rispetto all’attuale disciplinare. Eliminazione dei superi, cioè l’aumento del 20% delle di uve, in annate particolarmente favorevoli. Progressivo e rapido indirizzo verso una produzione eco sostenibile entro il 2020, per chi non è già certificato biologico, adesione al protocollo della “Lotta Integrata” così come previsto dalla Regione Toscana. Nessuna pratica di cantina finalizzata a snaturare la qualità di partenza delle uve con tecniche invasive tanto dal punto di vista meccanico che chimico (dealcolizzazione, trattamenti termici shock, concentrazione ad osmosi, acidificazione e disacidificazione, elettrodialisi, scambiatori di cationi e l’eliminazione della solforosa attraverso procedimenti fisici). Imbottigliamento esclusivamente nella zona di produzione.

Interessante è anche l’impegno nella determinazione di pratiche tecniche molto restrittive nella produzione di una o entrambe le menzioni particolari individuate in aggiunta al Nobile di Montepulciano rosso e rosso Riserva. Tali menzioni sono “Nobile di Montepulciano Tradizione” e “Nobile di Montepulciano Vigne vecchie” (il nome non è definitivo perché sarà necessario verificarne la possibilità legale d’uso).

Nell’ultimo anno, avendo lavorato costantemente insieme, i produttori si sono potuti confrontare sul piano tecnico e stanno affinando le idee e gli obiettivi produttivi che già avevano in comune. L’anno zero sarà quindi la vendemmia 2018, ma fin da ora è chiaro che si è partiti da basi comuni che ho avuto il privilegio di testare attraverso una degustazione di Vino Nobile di Montepulciano 2015 delle sole aziende aderenti all’associazione.
Azienda Agricola Casale Daviddi – Vino Nobile di Montepulciano 2015 (sangiovese 90%, mammolo e canaiolo nero 10%): diretto ed essenziale, fruttato e di buona freschezza. Gli manca solo un po’ di complessità ma  la premesse ci sono tutte.

Croce di Febo – Vino Nobile di Montepulciano 2015 (sangiovese, mammolo, ciliegiolo e canaiolo): vino biologico che si esprime su sentori di spezie, amarena ed essenza di viole. Sorso dinamico, succoso, finale suadente.

Romeo – Vino Nobile di Montepulciano 2015 (sangiovese, colorino e mammolo): altro vino biologico ed altra grande vino territoriale che si caratterizza per un substrato di sentori fruttati e floreali con tipici riconoscimenti di amarena e spezie scure. Buona trama tannica e viva freschezza.
Montemercurio
 Vino Nobile di Montepulciano “Messaggero” 2015 (sangiovese in purezza): grande struttura e bagagli olfattivo improntato su frutti selvatici, pepe in grani, ciliegia nera e terra rossa. Giovane al sorso, dal tannino in assestamento. Chiude su note sapide.
Fassati
– Vino Nobile di Montepulciano “Gersemi” 2015 (sangiovese e canaiolo): ottima complessità giocata su aromi di rosa canina, agrumi, frutta selvatica e spezie. Al sorso è pieno, intenso, fruttato e lungo nel finale sapido.
Talosa – Vino Nobile di Montepulciano Riserva Chiusino 2015 (sangiovese in purezza): dal naso arrivano bordate sapide di alga e sale marino e smaccate sensazioni di timo, chiodi di garofano e frutta nera. Sorso equilibratissimo, tannino sartoriale, sapido il finale.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva Chiusino 2015 (sangiovese in purezza): naso brioso grazie da una verticalità olfattiva derivante da sensazioni agrumate e di frutta rossa croccante. Al sorso di conferma di vivida freschezza e sapidità e dal finale pulito e lineare.
Il Molinaccio – Vino Nobile di Montepulciano “La Spinosa” 2015 (sangiovese in purezza): olfatto che richiama in sequenza sensazioni di prugna, more e ciliegie sotto spirito accompagnate da lievi soffi di spezie rosse ed erbe aromatiche. In bocca sguaina corpo e tannino polputo, finale corroborante e pulito.
Metinella – Vino Nobile di Montepulciano “142-4” 2015 (sangiovese in purezza): fresco e godibile all’olfattiva dove ritrovo effluvi di viola mammola, ribes, fragoline di bosco e ricordi di pepe e papavero. Sorso scorrevolissimo, senza impuntanture, va via che è una bellezza…
Podere Le Gaggiole
– Vino Nobile di Montepulciano (sangiovese, canaiolo e mammolo): ottima complessità aromatica dove emergono suadenti sensazioni aromatiche che spaziano dalla frutta rossa matura alla rosa canina seguite da bordate olfattive di spezie rosse, richiami balsamici e minerali. Al sorso ha identità territoriale ed intensità.

** Fonte: www.graccianodellaseta.com


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