
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Lacrimarosa Mastroberardino: era davvero tanto tempo che non incontravo questa etichetta a cui sono affezionato, ricordo le prime bevute, nelle bottiglie renane bianche, che risalgono addirittura al 1986!
Durante gli assaggi annuali per Slow Wine in azienda il rosato mi è sempre piaciuto, ma la gamma di Mastroberardino è talmente ampia che difficilmente riesce ad entrare nella rosa dei sei vini che vengono portati alle finali regionali.
Lo ritrovo da Mammà a Capri in un bel pranzo estivo agostano, di quelli in cui l’Isola è pienissima di turisti e il caldo carezza la pelle.
C’è poca voglia di bere, ma l’acqua è triste mentre la birra non basta.
Ecco allora che in una cucina classica cerco il classico e il rosato di Mastroberardino va davvero bene. Soprattutto perché è in piena sintonia con la nuova tendenza dei rosati tra i produttori più attenti a disegnare uno stile che a inseguire falsi miti commerciali: colore scarico non lamponato, naso discreto e non esuberante di pesca, beva piacevolmente salata e fresca senza alcuna concessione dolce.
Un vino di grande stile, elegante e sobrio, in piena linea con l’impostazione non urlata delle etichette aziendali.
Un rosato da bere molto freddo, abbinabile alla perfezione alla cucina di mare di Salvatore La Ragione, dalle tagliatelle di seppia alla mitica minestra di pesce diventata ormai un cult.
Il rosato lavora bene, non appesantisce e fa il suo compito senza strafare, accompagnando con discrezione i piatti.
Classico su classico, un binomio inossidabile.
Sede ad Atripalda, Via Manfredi, 75-81. Tel. 0825 614111, fax 0825 614231 www.mastroberardino.com Ettari: 190 di proprietà e 150 in conduzione. Bottiglie prodotte: 2.500.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, fiano di Avellino, coda di volpe, greco di Tufo, falanghina, e sciascinoso a Pompei
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