Uva: falanghina, caprettone
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Voto 5/5. Naso 23/30. Palato 25/30. Non omologazione 30/35
Bella annata se le uve sono state raccolte prima delle piogge di ottobre. Ecco perché qualche greco sta soffrendo in questa partenza. Però no, su caprettone e falanghina vesuviane, tirate giù nella seconda metà di settembre, le cose sono andate molto bene.
Cantine Astroni è in bilico sul vulcano spento da cui prende il nome. Le due doc si baciano intorno ai Camaldoli e il Lacryma Bianco pur essendo vino di grande fascino non è mai riuscito a decollare proprio per la mentalità da “ultimo giorno” tipica dell’area vesuviana. Inutile investire in un futuro che il Vesuvio da un giorno all’altro può decidere di toglierti senza motivo, tutto nasce e muore in un giorno come le farfalle: le amicizie, i rapporti commerciali, la costruzione delle case. Proprio questa linea del fronte con l’esercito della natura trasforma questo caos mentale in solide gerarchie antromorfe dove i livelli verticali sono rispettati sin nei minimi dettagli e senza sgarrare.
Gli irpini pensano che non valga la pena accelerare visto che esistono molti secoli a disposizione, i vesuviani non credono invece sia necessario starci a pensare sopra, tric trac e tric trac.
Per cui nessuno ha pensato, ad esempio, che sia possibile costruire bianchi di eccezione e di lungo elevamento in questo territorio dove pure è nata l’agricoltura europea. Ci proveremo a indicare la strada, in una verticale a Vitigno Italia, ma alla fine passeremo nella testa dei più come critici capricciosi che val la pena di assecondare per un giorno.
Okkei, vada per una pasta e piselli, magari con qualche fava a crudo per avere un po’ di amaro evitando di ricorrere al sale. E via con il Lacryma Christi bianco di Gerardo, bello sapido, di corpo, molto interessante, lungo, in buon equilibrio. Una semplicità trascorsa in acciaio capace di farci baciare il sole del Vesuvio, quello della facciata più conosciuta dai turisti snobbata dal feroce e malaticcio Ottaviano.
Qui in queste ville oscene, in questo Fukushima di cemento che solo la furia del fuoco potrà vendicare, tra la mattanza di bruti incapaci di parlare e di vedere la bellezza di cui sono circondati, qui il Lacryma esprime la sua capacità di dimenticare, indica la possibilità del riscatto agricolo, tra le mura di Pompei, tra le montagne di monnezza, tra le ville di Vanvitelli, in questo millenario corpo a corpo tra Ulisse e Polifemo, tra il bello e il brutto, il buono e l’omologato, la finezza e la grossolana violenza teppistica della tv.
Bella 2010. Bedda.
Sede a Napoli. Via Sartania 48. Tel. 081.5884182. www.cantineastroni.com Enologo: Gerardo Vernazzaro Ettari: 13 di proprietà Bottiglie prodotte 300.000. Vitigni: falanghina, piedirosso, aglianico, fiano, greco.
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