L’aglianico Mos 2020 e Likos 2019 della famiglia Mastrodomenico: piccoli artigiani a Barile

Pubblicato in: in Basilicata
Mastrodomenico Emanuela e Michele Muraglia titolare di Est ad Andria

di Andrea De Palma

Finalmente sono tanti i piccoli produttori che all’ombra del vulcano spento ci consegnano degli Aglianico di facile leggibilità, senza appesantimenti olfattivi o gustativi.

Emanuela con il marito Vito l’Erario hanno tanta voglia di migliorarsi essendo coinvolti a tempo pieno nella conduzione dei vigneti di famiglia e nella valorizzazione del loro territorio.

La famiglia Mastrodomenico ha la cantina di produzione a Barile in grotte di tufo vivo dove il vino nasce e matura in piena tranquillità. Gli otto ettari di vigneti si trovano a Rapolla e sono a conduzione biologica. Tutto inizia con Donato, padre di Emanuela, che decide di impiantare l’Aglianico sulla proprietà della moglie Dina Grimolizzi.

Le lavorazioni sono molto artigianali e i vini non sono filtrati con affinamento in barrique di secondo passaggio al fine di non far prevalere il legno sul frutto. Il risultato sono vini di buona freschezza e ricchi di frutto. Solo 20.000 bottiglie prodotte per un nettare di Aglianico che invecchia bene.

Il primo vino in assaggio presso la Vineria Est ad Andria è L’Aglianico Mos 2020 che sfata ogni credenza su un vino sgarbato e irruente nel berlo, già dal primo approccio si mostra con profumi freschi di ciliegia e sfumature di grafite.

La tecnica di lavorazione artigianale gli dona una beva sincera, piacevole e non impegnativa ricca di frutto rosso e note mentolate con tannini molto dolci e mai aggressivi anche grazie ai sei mesi di affinamento in barrique di secondo passaggio.

In questo contesto lo abbiamo bevuto con una parmigiana di zucca con peperone crusco e, volutamente non vi svelo gli altri ingredienti perché dovete andare a trovare lo chef Luca Gallo.

Ha reso una semplice zucca un piatto sapido e ricco di sapore tanto che ne ho mangiato due porzioni.

Ma il Mos si presta benissimo su abbinamenti con salumi e formaggi semi stagionati e tanta cucina di carne come il coniglio brasato e tanto altro.

Il secondo Aglianico della serata è il Likos 2019, un infanticidio, un vino che può invecchiare ancora per molti anni.

Nasce da una selezione della stessa vigna di Rapolla e ha una lavorazione simile al precedente con un affinamento in barrique di secondo passaggio di almeno 12 mesi.

In entrambi i vini ho potuto apprezzare la freschezza associata al frutto dei tannini, mai secchi o spigolosi con un retrogusto mandorlato.

Il Likos si mostra subito più complesso nei profumi sfoderando note fresche di resina spezia nera come pil pepe nero. Le nuance di cioccolato si mescolano a quelle di tabacco.

È un vino che va aspettato, ma la piacevolezza del frutto e una beva sincera ne hanno accelerato il consumo senza troppi pensieri ed elucubrazioni.

Infatti al palato era avvolgente con tanto frutto e le note vegetali che rifrescavano il palato. L’ottimo tannino si bilanciava bene al frutto e alla copiosa acidità e buona sapidità.

Il tubetto con ceci neri su crema di rape ha retto bene il confronto grazie anche alla notevole consistenza di sapore dei ceci.

La grande sorpresa è stato l’Aglianico Shekar 2012 ottenuta da vendemmia tardiva, dai profumi densi di resina, confettura di amarena e cioccolato, con una beva molto fresca che bilanciava la nota morbida e il frutto. Un vino che nasce solo in particolari annate.

Ottimo abbinamento con il dessert finale fatto con mela cotogna, vino cotto e mascarpone.

Famiglia Mastrodomenico

Via Nazionale per Rapolla n 87

Barile (PZ)

Cell 3387155243

www.vignemastrodomenico.com


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