L’evoluzione del ragù a Napoli: la piccola grande idea di Marianna Vitale

Pubblicato in: Minima gastronomica

L’evoluzione del ragù di Marianna Vitale: una piccola grande idea di benvenuto. Semplice perché comprensibile, bella perché segno di appartenenza ad una cultura gastronomica, intelligente perché fa salivare e non riempe. Infine buona.
Il pomodoro è una delle poche cose in natura che migliora le sue qualità con la cottura.
Ecco allora che appena seduti Pino Esposito vi porta un piccolo piattino rettangolare con i quattro tempi del pomodoro: appena uscito dalla scatola, dopo quattro ore, otto e infiendodici, quelle indispensabili per un buon ragù che pippea.
Potete mangiarlo in questo modo: un pezzetto alla volta per assaporare l’evoluzione e poi fare una cucchiaiata finale.
Il ruolo dell’olio è fondamentale per esaltare il sapore.
Ecco un piatto semplice, in cui la tradizione non diventa ma è modernita grazie ad una presentazione intelligente.
Alè, brava Marianna.


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