L’incredibile serata dello Champagne Salon a Punto Nave

Pubblicato in: Verticali e orizzontali

 

Champagne Salon

di Serena Iammarino*

Il ristorante Punto Nave ha avuto il piacere di ospitare una serata dedicata a una delle icone del mondo del vino: Champagne Salon.
Il suo nome porta con sé una storia che sembra un romanzo.Il ristorante si è trasformato: luce soffusa, dettagli in velluto, fiori rossi, un solo tavolo comune narrazioni e segreti hanno costruito un’atmosfera calda, quasi teatrale come in un salottino parigino di inizio Novecento, dove si andava non per bere ma per capire. Perché Salon, infatti, non è nato per essere venduto È NATO COME UN SEGRETO.

All’inizio del Novecento, Eugène-Aimé Salon, uomo curioso e visionario, non trovando lo Champagne che desiderava decise di crearselo. Ma per farlo scelse la strada più complessa.
Un solo vitigno — Chardonnay.
Un solo piccolo villaggio — Mesnil-sur-Oger.
Una sola annata alla volta.
E se l’annata non era straordinaria, Salon semplicemente non esisteva. Le prime bottiglie non si compravano le beveva lui, con una cerchia ridottissima di amici, nei salotti eleganti di Parigi; chi le assaggiava sapeva di stare vivendo qualcosa che il mondo non avrebbe mai conosciuto. “Lo bevevano solo quelli che sapevano”

Con questa consapevolezza, la serata è iniziata.

Insieme ad Alberto Fenocchio, responsabile commerciale di Ceretto Italia, abbiamo accompagnato gli ospiti in un percorso fatto di racconto, storia e calici serviti come rituali.

Tre annate iconiche — 2015, 2013, 2007 — ognuna narrata come un capitolo di un libro.

Prima, un aperitivo a girobraccio con un Blanc de Blancs Lamotte 2018 servito insieme ad Acciughe del Cantabrico, Pane alla brace e Caviale Oscietra, Ostriche delle Marennes , Triglia di scoglio con alga in tempura, Sashimi di dentice e sedano, tartare di tonno con patate alla brace e Panettone Salato.

Poi, a tavola, l’abbinamento ai piatti di Simone Testa ha dato forma alle annate.

– Catalana di Astice blu del Mediterraneo con gazpacho di pomodoro + Salon 2015 —

L’annata 2015, l’ultima messa sul mercato, racconta tutto ciò che Salon vuole essere.
Nel calice è luminosa, brillante, energica.
Profuma di gesso, di agrumi freschi, di fiori bianchi in particolare di tiglio e caprifoglio.
Ha quella verticalità tipica di Salon, quella freschezza tagliente.
Il sorso è teso, vibrante, minerale. Regala un’esperienza in cui verticalità ricchezza e finezza si sposano e trovano armonia.

– Tagliolino burro di Normandia, gambero rosso e tartufo bianco d’Alba + Salon 2013

L’annata 2013 mostra un altro volto di Salon, più profondo e più elegante.
Nel calice è luminosa, brillante.
Al naso parte con fiori bianchi , gelsomino, scorza
di bergamotto, poii si apre verso agrumi più maturi, accenni di pasticceria.
Il sorso è più avvolgente, ricco, ma sempre sostenuto da quella freschezza che è la firma di Salon.

– Bistecca di tonno con purè e verdure glassate + Salon 2007 —

L’annata 2007 racconta Salon in una fase profonda.
Nel calice è luminosa, con riflessi dorati.
Al naso agrumi maturi, yuzu , fiori gialli e una leggera nota mielata che accenna alla sua evoluzione.
Il sorso è più pieno, avvolgente ma senza perdere la freschezza.
C’è cremosità, mineralità e quella sensazione salina che allunga il sorso.
È un Salon più profondo, più ampio, ma sempre elegante.

La degustazione non è stata tecnica ogni sorso diventava domanda e risposta, con ogni presente partecipe, curioso, coinvolto.
Tra gli ospiti tanti grandi appassionati, presenze che hanno arricchito il clima perché a queste serate servono le voci giuste che danno parole all’invisibile.
La serata ha accolto 28 persone,ma sembrava un cerchio ristretto di amici.

E quando la cena sembrava chiusa, è stata scritta una pagina inattesa, é stato servito Château d’Yquem 2013 in formato magnum , il vino dolce più iconico al mondo, in abbinamento a Comté e Blu di pecora. Un capitolo non annunciato, a sopresa
Il racconto della botrytis, della raccolta acino per acino,dei molteplici passaggi in vigna, del tempo che modella il vino, ha reso quel calice una chiusura degna.
Nel bicchiere brilla.
Profuma di miele, zafferano, agrumi canditi, albicocca, fiori secchi.
Il sorso è vellutato, profondo, lunghissimo.

Punto Nave, per una notte, non è stato un ristorante. È stato un salotto. Un luogo dove i vini non si sono bevuti , si sono ascoltati.

In cerca di emozioni per emozionare.

*Sommelier a Punto Nave


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