Mame Tarot nelle stanze di Napoli dove l’arte incontra il mistero e le carte parlano la lingua dell’anima

Pubblicato in: Curiosità

Dove l’esoterico è storia e la cucina è linguaggio, Monica Neri fa dialogare tarologia e sapore, arte e intuizione in un’esperienza che sovverte ogni definizione, si nutre di luce e colore e trova compiutezza nelle opere di Luigi Grossi, che amplificano la percezione e rendono visibile l’invisibile.

di Tonia Credendino

Tè e Tarot. Non è un titolo, nè una provocazione. A Napoli le parole hanno sempre saputo trasformarsi in destino, e in questa città iniziatica, segreta e contraddittoria, ogni angolo custodisce un linguaggio nascosto. Piazza Trieste e Trento, cuore pulsante della città, accoglie oggi una novità che ribalta i codici: Mame Ostrichina, un luogo che si presenta come ristorante ma che in realtà offre molto di più — un’esperienza che mescola cucina, arte e simboli.

Il nome Ostrichina affonda le radici nella storia borbonica. Rievoca infatti il Palazzo dell’Ostrichina, edificio settecentesco situato all’interno del Parco Borbonico del Fusaro a Bacoli, accanto alla celebre Casina Vanvitelliana. Un tempo residenza reale di caccia e svago, la “Sala dell’Ostrichina” ospitava feste e banchetti voluti da Ferdinando IV di Borbone: momenti di piacere, convivialità e meraviglia. È a quella dimensione sospesa tra arte, bellezza e libertà che Monica Neri si ispira per il suo progetto nel cuore di Napoli.

Mame non è un ristorante nel senso tradizionale. È uno spazio di visione, di linguaggi, di segni che si incarnano nei piatti. Una mise en abyme tra nobiltà e popolo, dove la memoria borbonica dialoga con la Napoli viva di oggi. Le pareti raccontano prima delle parole: opere contemporanee, velluti che addolciscono la luce, la cucina a vista che si illumina come un palcoscenico. Ogni dettaglio è misura e gesto, tutto vibra nella stessa direzione estetica.

Al centro c’è Monica, viaggiatrice e poliglotta, con radici nella cucina giapponese e una vocazione alla sperimentazione mediterranea. Ma soprattutto interprete di segni: fin da ragazzina ha coltivato una predisposizione al simbolico, affinata poi all’Accademia di Tarologia di Carlo Bozzelli, dove ha studiato i Tarot di Marsiglia come codici archetipici. Non c’è improvvisazione: dietro ogni gesto c’è disciplina e rigore, e l’arte diventa interpretazione.

In quella stanza, tra velluto e luce soffusa, Monica mi accoglie con il suo modo disarmante: diretto, ironico, pieno di grazia. “Io sono una lazzarona napoletana, come Ferdinando di Borbone”, mi dice ridendo. Ma dietro quella battuta si intuisce il contrario: una mente lucidissima, una sensibilità allenata. Scopro che anche lei è dei Pesci, come me, e qualcosa cambia nell’aria, come se la lettura diventasse specchio.

Monica mi racconta aspetti di me che nemmeno chi mi conosce bene avrebbe saputo dire: parla di carattere, di forze che si intrecciano, di intuizioni che affiorano solo quando si smette di controllare. E mentre la ascolto, capisco che questo luogo non si può spiegare con le categorie di un ristorante.

Seduta al tavolo, vedo le carte dispiegarsi una dopo l’altra. Monica le apre con naturalezza, senza artificio. Gli arcani maggiori raccontano forze universali, gli arcani minori aggiungono dettagli quotidiani. Tra tutte, l’Imperatrice resta negli occhi: figura seduta e creativa, che lei legge come energia generativa e forza femminile. Non una previsione, ma uno specchio. “Dubita di tutto ciò che sai, mai di ciò che senti”, recita una delle frasi che ama ripetere, e che racchiude il senso della sua lettura.

Dalle carte lo sguardo si sposta al cielo. Monica legge i temi natali come mappe interiori, traducendo la posizione dei pianeti in racconti personali, intimi e precisi. Non parla di futuro, ma di inclinazioni e potenzialità. E traduce questo sapere in un gesto conviviale: ogni giorno, tra le cinque e le sei, chi porta con sé il proprio tema natale riceve un cocktail creato su misura, pensato per riequilibrare energie e segni. Un aperitivo “lunatico” che rende l’astrologia esperienza tangibile, alchimia da bere.

E se il calice diventa simbolo, il piatto non è da meno. La Parmigiana di pesce è il manifesto della sua cucina: sashimi di tonno rosso sulla melanzana al forno, crema di anacardi, pomodoro ridotto, pesto vegano. Un gioco di memoria e provocazione.

Gli Spaghetti fujuti alla Nerano portano la stessa audacia: zucchine sottili, pesto vegano, formaggio di anacardi. Ci sono contaminazioni ardite come il tataki di tonno con fichi e noci, piatti che sorprendono come il baccalà croccante con spuma di patata e zenzero, dolci allegorici come il semifreddo al matcha. Ogni creazione è coerente con la filosofia che guida le carte e le stelle: nulla è casuale, tutto comunica.

Napoli, fuori, continua a vibrare di voci e traffico. Ma una volta dentro Mame, il tempo assume un ritmo diverso. Questa città è da sempre esoterica, capace di custodire misteri nei suoi vicoli, e qui quella tradizione si rinnova in forma contemporanea. Monica non offre predizioni, ma interpretazioni. Non intrattiene, accompagna. Non recita, restituisce. In lei convivono disciplina e visione, e a Napoli riconsegna un volto che la città non ha mai smesso di avere: quello che trasforma il quotidiano in rito, il cibo in linguaggio, le carte in specchi.

Andare da Mame Ostrichina non significa semplicemente cenare: è un’esperienza che si vive in prima persona, un incontro che sfiora corde interiori, un viaggio che continua anche dopo aver lasciato il tavolo. Ci si alza con il palato appagato, ma soprattutto con un pensiero nuovo, con la sensazione che a Napoli ogni cosa, un piatto, un calice, una carta — possa diventare chiave di lettura di sé stessi. La città resta fuori con la sua energia, ma dentro resta un silenzio che parla.

Mame Tarot – Esoteria Magna Mater
Via Carlo De Cesare 52, Napoli
Aperto dalle 17:00 alle 24:00
Chiuso il martedì

 


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