
di Marco Contursi
- Locali sopravvalutati. L’esaltazione del nulla. Ci sono locali (pasticcerie, pizzerie, ristoranti, gelaterie) che, nonostante facciano di tutto per dimostrare che valgono poco, con prezzi spropositati e tanta apparenza ma poca sostanza, con decine di lamentele, su tutti i social, dei loro clienti, ecco magicamente che arriva il giornalista di turno e li fa diventare posti meravigliosi. Ah, non è giornalista….sorry.
- Personaggi del food sopravvalutati. Idem, come sopra. Con patate. Una domanda: Perché se uno dice che tizio è superdotato (e non lo è) non succede niente, mentre se uno dice che ce l’ha piccolo, rischia una querela???? Non dovrebbe funzionare così…..anche l’adulazione servile dovrebbe avere una sanzione in caso di mancanza di prove di quanto affermato.
- Pizze, classifiche, chi le contesta, chi le approva, chi ci azzuppa il pane. Poi mi chiedete perché non scrivo di pizza e dove la mangio io non lo dico a nessuno???? L’ultima? Pizza con genovese di canguro…..CANGURO!!!!!! . Ma davvero avete fatto una genovese di canguro e l’avete messa su una pizza???? Meno male che io non mangio cipolle e neanche marsupiali (tranne il quokka, delizioso al forno, con piselli al burro salato e patate novelle, slurp!!!).
- Volgarità e aggressività nel food. Gente del food, sui social, volgare, che ostenta, che minaccia, che insulta, che colpisce difetti fisici o situazioni personali difficili. Ma non vi vergognate??!!!! Anche nei post sui social, soprattutto se di scontro, vanno preservati i limiti del buon gusto ed un minimo di eleganza e signorilità. Ma se non ce l’hai non puoi inventartele, al massimo puoi millantarle, per, poi, essere sbugiardato da te stesso, quando ti comporti da villano. Cioè, da quando scendi dal letto a quando ti ricorichi.
- Gente che lavorando male rovina la reputazione di un territorio o di una categoria professionale. Sto concetto deve essere chiaro, se nel nostro ordinamento al responsabilità penale è personale, è pur vero che chi agisce con poca professionalità o addirittura, scorrettezza, danneggia tutti gli appartenenti alla stessa categoria e il territorio tutto in cui sta. E tutti hanno diritto a chiederne conto.
- Soldi sprecati del PNRR. Come faceva notare un esimio studioso (nonché stimato amico), si stanno “zazzariando” decine di milioni per cose totalmente inutili, che non portano nulla di buono, se non soldi nelle tasche degli amici degli amici: sagre, convegni, progetti….e nessuno controlla su cosa si faccia e a cosa porti. NESSUNO
- Chi abusa della parola “Cilento”. Il Cilento tecnicamente è la zona del Monte Stella, comune più comune meno. Agropoli può, per convenzione, dirsi la porta del Cilento. Battipaglia non è Cilento. Eboli non è Cilento. Capaccio non è Cilento. Non è chiara questa cosa tanto che pure riviste nazionali fanno confusione. Ma, poi, vi fa schifo il nome “Piana del Sele” ????
- Chi abusa della parola “Dieta Mediterranea”. Qui ci colleghiamo con almeno 3-4 punti qui sopra, dai progetti finanziati dal PNRR a locali furbacchioni, a Comuni che neanche sanno dove sta e cercano di appropriarsene. Perché scrivere “dieta mediterranea” fa figo, o porta soldi. O entrambe. Su cosa sia, sta dieta mediterranea, poi, possiamo parlare per ore, non senza qualche sorpresa…
- I Prezzi alti. Dai lidi, ai ristoranti, passando per pizzerie e bracerie, sempre più segnalazioni di prezzi che provocano sdegno. Chi li fa, dice che è colpa delle tasse e dei costi aumentati ed in parte è così. In parte. Ok, comunque ognuno è padrone in casa propria, l’importante è che ci sia trasparenza e che tutti siano coscienti che più alti sono i prezzi e meno saranno le persone che entreranno nelle vostre attività, e che ne parleranno bene. Perché i soldi da spendere, per molti, sono pochi. Semplice.
- Quelli che aprono locali a “capocchia”, tanto poi “chiamiamo un influencer e ci porta gente”. Qualche suggerimento: 1) chiedete consiglio, a chi sa, prima di aprire, magari capite che non è cosa. 2) chiedete consiglio, a chi sa, dopo aver aperto, magari non fate troppi danni. 3) Trovate forme di pubblicità adeguate alla tipologia del vostro locale. 4) Non guardate i campionissimi di pizza, pub e ristoranti e la vita ostentata che fanno. 5) Invitate un amico sincero a dirvi cosa ne pensa del vostro prodotto. Non uno che pagate per dire, a voi e alle persone che lo seguono sui social, che è tutto ottimo. Questo non serve a niente nel lungo periodo, nel breve vi porta qualche incauto cliente che poi vi sputtana su trip.
p.s. Nessun Quokka è stato maltrattato per scrivere questo articolo.
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