Masterchef o Nazichef? Storia (vera) di una selezione

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

Voltaire è lo pseudonimo di un commentatore intervenuto nel dibattito aperto su Masterchef il giorno dell’Epifania.
Ha partecipato alle selezioni, ecco la sua storia

di Voltaire

Adesso vi racconto una storia:
l’anno scorso in febbraio ricevo una telefonata da un numero di Milano City, rispondo pensando fosse l’unica persona che mi chiama da quel luogo oscuro, invece era la redazione di Masterchef, il mio nominativo era stato “sponsorizzato” da un adetto ai lavori, in quanto persona dalla vasta cultura gastronomica e non solo, ma anche bravo cuciniere in quanto saltuario lavoratore in nero di diversi ristoranti con stars e con uno stage in un super stars, ma di tutto ciò nel mio Curriculum nemmeno l’ombra.

 

 

Subisco una sorta di interrogatorio telefonico, rispondendo in modo molto scanzonato, forse pure irrisorio, visto che la telefonata si è conclusa con una mia battuta all’intervistatrice in cui le dicevo che lei di cucina non ne sapeva un bel niente, per una mia dotta citazione fatta in precedenza. A distanza di una settimana vengo ricontattato, mi chiedono se all’indomani potevo presentarmi con un piatto già elaborato da me per un provino “particolare”, io rispondo che non sarei riuscito ad andarci in quanto troppo breve il preavviso per una così considerevole distanza circa 300km, allora ci accordiamo per un’altra data ma questa da provino di massa.
Alla data preposta mi presento con la mia borsina (ina ina) frigo, altri mancava solo si portassero il frigo da casa, mi viene assagnato un numero da stamparmi adosso, già li ho guardato il cielo per vedere se c’erano strani fumi, ma poi opps siamo a Milano qui il cielo non si vede solo smog, e aspetto aspetto aspetto, fino a quando non ci fanno entrare son già passate quasi 4 ore di totale giramento di palle.
Nell’antro fosco e buio mi viene dato un modulo da compilare, da consegnare una scheda e una fotografia, decido per una fatta a Ravello in estate (noblesse oblige), li l’attesa si fa ancora più greve e stantia tra il puzzo di quell’ammasso di ascelle pezzate ed i rigurgiti odorosi di scassati micronde, perchè di solo questo si aveva a disposizione, 4 miserabili fornacelle scassate.

Dopo circa 2 ore arriva il mio turno, preparo il mio piatto, impiatto e aspetto, azzo si sta freddando, quando è ora di presentarmi è più da buttare nell’attigua pattumiera che da degustare. Arrivato davanti al gran giurì composto da 3 simil redattrici anoressiche, uno pseudo cuoco, ed il boss con telecamerina, vengo intervistato e li do libero sfogo ai miei maroni girati. Alla domanda che lavoro fa, io rispondo nulla ,e loro beh perchè, ed io, beh è un reato stare addietro ai propri interessi familiari? dichiaro che non ho intenzione di farmi coinvolgere in psicodrammi televisivi, che ho una dignità da essere umano prima di tutto, che piangere davanti a qualche migliaia di persone non è proprio un bello spettacolo soprattutto per un omone grande e grosso come me, alla domanda cosa le piace di più fare io rispondo:”leggere”. Come leggere, risponde una delle fighe anoressiche, ed io scusi ma è reato? E lei ,ma quanti libri con fare piccato? E io con fare pacato, ma non so ad occhio e croce circa un’ottantina, un anno li ho contati son stati 103. E lei, 103 impossibile….
Arriva il momento del piatto, lo descrivo dicendo che è d’ispirazione nordica, che ho voluto usare molte erbe aromatiche, che il piatto tende all’amaro, un pò un omaggio alla più grande cena fatta l’anno passato, e un omaggio ad un vero talento mio conterrano(LOPRIORE/PARINI) e li citando questi due nomi non ho scalfito alcun interesse….mah….Poi arriva l’altra figa anoressica: ma mi scusi ma perchè proprio quel determinato tipo di uovo e non un altro qualsiasi?
Perchè questo uovo di P.P. è il top ed ha un sapore di vaniglia (zotica ingnorante) e mi bilancia l’eccessivo amaro…..(Signor Maffi non ho mai avuto il privilegio di sentire una delle sue famosissime uova, mi perdoni?) il piatto viene assaggiato dallo pseudo chef che sentenzia, buono ma un pò freddo, e te lo credo è un ora che è nel piatto. Poi la discussione continua per altri minuti, fino alla prova pratica con un coltello che non tagliava manco la ricotta in cui mi veniva chiesto di tagliare una zucchina in via di suicidio, prova superata. Finalmente esco dall’interrogatorio dopo circa un’ora ,tutti gli altri venivano tenuti dentro circa 20 min, il mio accompagnatore nel mentre si stava flagellando i maroni come Tafazzi. Quando fatte su le canne, riposto le stoviglie e nel momento di una liberatoria pisciata, vengo richiamato a gran voce nello stanzino dell’interrogatorio, e li il boss dice: lei è tizio, insomma, quello sponsorizzato da caio, ma perchè non l’ha detto subito….. Ma li non ce l’ho fatta a non dire: ” Scusate volevo solo vedere fin dove arriva l’ingnoranza di chi fa la televisione.”
E così è terminata la mia esperinza nel talent show…………c’è pure dell’altro ma…………………..

 

 

Ora voglio fare una considerazione, se Masterceff è un veicolo per promuovere una possibile idea di cucina Italiana, questo format è pura PORNOGRAFIA, se si vuole promuovere lo psicodramma attraverso pentole e fornelli, allora che gli aspiranti chef si presentino con la tutina in latex per farsi sodomizzare….


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