
McDonald’s attacca la pizza puntando sui bambini: è l’ultima trovata della benemerita multinazionale americana sponsor di Expò e candidata al premio Nobel per la diffusione nel mondo del colesterolo e di tanto altro ancora.
A Napoli questi fast food arrancano, circondati da pizzerie, friggitorie, gastronomie dove si gode meglio, sano e a prezzo competitivo. Volete mettere l’Happy Meal a quattro euro e il crocchettone gigante Da Attilio alla Pignasecca fatto a mano?
Gli strateghi della comunicazione allora puntano dritto al loro vero nemico: le pizzerie, gli unici locali che non conoscono crisi e che sono in espansione in Italia e nel mondo, ovviamente con quelle napoletane in testa.
In questo spot (segnalatoci da Davide Ricciardiello, sempre molto attento a quello che circola in web) il bimbo rifiuta la pizza e trascina i genitori, stavolta non vestiti da cow boy, in un Mc Donald con vista sul cemento.
Da notare la scenografia infatti un po’ claustrofobica della pizzeria, con luce più scura e la luminosità del colesterolo party.
Che dire altro, se non notare la coincidenza della trasmissione di Report contro la pizza con l’assaggiatore consulente e questi spot massicci?
Ci si potrebbe chiedere perché McDonald’s non prova a fare le pizze? Semplice, perché questo cibo ha qualcosa che nessuna multinazionale può comprare: l’anima.
Dai un'occhiata anche a:
- Paulo Airaudo non le manda a dire: “Il vegetale? Al ristorante va bene come contorno”. E su Ferran Adrià…
- La pasta e la pizza, lo scheletro anarchico della gastronomia italiana
- Il Fine Dining è morto, l’avanguardia pure e io non mi sento troppo bene
- A ristorante si mangia il bello non più il buono
- Alberto Grandi mette la Bufala sulla Pizza Paulista
- Perchè fatico sempre più a leggere blog e social sul cibo
- Fine dining in crisi? I cuochi hanno dimenticato i clienti, detto da un cuoco stellato
- Quattro cose che non si trovano più al ristorante