
di Milena Ferrari
Nei giorni immediatamente successivi ai festeggiamenti per San Giuseppe, più di trenta anni fa, un brigadiere in servizio nel paese siciliano di Monterosso si trovò a dover capire perché Giorgio Roccella fosse morto. Il diplomatico in pensione aveva forse deciso di togliersi la vita, come riteneva il questore? Oppure il tranquillo comune era interessato da un misterioso omicidio?
Nelle prime pagine dell’ultimo romanzo di Leonardo Sciascia, Una storia semplice, uscito in libreria il giorno stesso della sua morte nel 1989, si delinea la storia ingarbugliata di un decesso, del ritrovamento ad opera del morto di un oggetto dal valore inestimabile e della ricerca della verità da parte di uno zelante brigadiere di polizia.
Nel villino di periferia dove viene rinvenuto il cadavere sono ritrovati anche << fondi di vino nei bicchieri, cinque, che erano stati portati in cucina certo con l’intenzione di sciacquarli>>, utilizzati forse da altrettante persone non semplicemente per bere vino ma per siglare un patto. Quando c’è un accordo da stringere – sia esso economico, amoroso, lecito od illecito – solitamente c’è sempre un bicchiere di vino a benedirlo.
Mi sono chiesta, quindi, quale vino siciliano Sciascia avrebbe messo in quei bicchieri come possibile simbolo di alleanza e intesa. Cercando di informarmi sulle preferenze dello scrittore, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, mi sono imbattuta nella parola “astemio”. Sciascia non beveva ma dal vino era ugualmente affascinato soprattutto quando tingeva o “arrubinava” il bicchiere in cui veniva versato. Alla luce di ciò, posso pensare che lo scrittore – che qualcuno definì un “enologo astemio” – avrebbe apprezzato “le sfaccettature e la ricchezza di tonalità e riflessi” che l’etichetta Mofete Etna Doc Rosso della società agricola Palmento Costanzo sprigiona nel calice al momento della mescita.
Un rosso rubino, vivo e acceso. Gradazioni di rosso che vanno dai toni più scarlatti a quelli velatamente più violacei. Al naso si ritrova corrispondenza di profumi. Ciliegia e mora di rovo, petali di rosa e liquirizia. Accenti gradevoli di pepe nero che si fondono con note di tabacco ed erbe aromatiche. Sapore pieno e sorso elegante contraddistinguono l’etichetta, dotata di mineralità e sapidità grazie ai terreni vulcanici dell’Etna. Grande persistenza aromatica.
Palmento Costanzo
C.da Santo Spirito, Passopisciaro
95012 Castiglione di Sicilia (CT)
Tel. 0942/983239
www.palmentocostanzo.com
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