Montevetrano: una mattina nel mondo incantato di Silvia Imparato

Pubblicato in: Verticali e orizzontali

di Monica Piscitelli

Montevetrano è la prova di come la Campania possa guadagnarsi un angolo del firmamento internazionale. E’ infatti un ben riuscito taglio bordolese, quello di Silvia Imparato, lady del vino che a questo unico suo rosso dedica tutte le sue energie. Ritrovo in un cassetto del mio pc le immagini della mia bella visita lo scorso anno per le visite di Slow Wine e le trovo perfette per questa ore di preparazione alla Pasqua. Ci ero già stata in un’altra visita un po’ di tempo addietro. E queste foto riemergono proprio mentre stiamo ripartendo con le nuove visite.
E’ questa, infatti, un’azienda nella quale la natura in questo periodo ha di certo tante cose da raccontare.

Appassionata e attenta ad ogni dettaglio, Silvia segue il suo Montevetrano in giro per il Mondo come un figlio condividendo il suo lavoro con gli amici e i collaboratori di sempre, tra i quali il suo fidato cantiniere che con lei mi ha mostrato le splendide vigne dal quale nasce la sua unica etichetta.

Qui e là si raccoglie un fiore, mentre si chiacchiera delle migliori annate, della sua visione del lavoro, della sua famiglia e delle soddisfazioni che in questi anni ha raccolto. Tra l’altro sono fresca di assaggio per la presentazione della nuova annata a Paestum al Salone della Mozzarella 2010.

Una visita a Montevetrano è un’esperienza emozionante. Lo è perché Silvia accompagna con piacere i suoi ospiti in vigna e in cantina raccontando come le venne l’idea di produrre per gioco un vino, insieme a degli amici e come fu che, intrecciato definitivamente il suo destino con la terra dei nonni, abbandonata la carriera di fotografo professionista, decise, con la consulenza di Riccardo Cotarella, di darsi tutta alla campagna.

Le sue vigne sono un giardino curato e lussureggiante, circondato in alcuni tratti dai boschi che le sono cari perché gli uccellini fanno le loro incursioni in vigna e ne rappresentano la più genuina biodiversità.

La moderna cantina, con la barriccaia termocondizionata con i migliori legni di Francia nei quali si eleva il Montevetrano, è a un passo delle vigne. Qui ci sono anche gli uffici dove lavorano le sue collaboratrici, un simpatico team al femminile all’interno del quale regna il rispetto e il buonumore, anche grazie alla gentilezza e cordialità della “signora”, come chiamano i suoi collaboratori Silvia.

La porzione più antica della vigna, là dove un tempo c’erano gli alberi da frutta (qualcuno c’è ancora) che Silvia, racconta, suo malgrado ha dovuto eliminare per far spazio alle viti è quella nei pressi della splendida dimora nella quale abita e nella quale ospita gli amici e propone le sue degustazioni, sempre accompagnandole agli stuzzichini deliziosi che prepara lei stessa.
Essere accuditi da lei, raffinata e raggiante rappresentante della Campania, è uno dei piaceri più intensi che una visita a Montevetrano regala.

L’interno della casa padronale è splendido e sulla terrazza – giardino si sta in pace sotto un albero, seduti su un divanetto. Oppure all’ombra sotto l’ampio porticato.

Nei pressi di una fontanella, in piccolo giardinoappartato cui si accede tramite un cancelletto che dà l’idea di aprirsi su un mondo di clausura, mi racconta, Silvia si ritira a pensare.

Una testa di cavallo domina il confine tra le vigne e la casa padronale, non potrete non vederla dopo il lungo giro per le vigne con la vostra ospite. Di qui si intravede la casa padronale. Il cavallo è quel che resta di una scenografia. La ritrovo con piacere anche io: restaurata, visto che l’ultima volta era senza un orecchio.

Il primo articolo su Silvia Imparato sul Mattino

Una verticale by Ugo Baldassarre

Una verticale by Diodato Buonora

Una precedente visita di Monica Piscitelli a Montevetrano

La verticale privata a casa mia a Vallo della Lucania raccontata da Paolo De Cristofaro

E qui raccontata da Giovanni Ascione

La verticale a Pozzuoli raccontata da Giulia Cannada Bartoli

La verticale a Paestum al primo salone della mozzarella raccontata da Marina Alaimo

La verticale a Paestum al secondo salone della mozzarella poco prima della visita raccontata in questo post


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