Dal centenario del Consorzio alla tappa partenopea, un brindisi tra profumi di mare, calici rubino e sapori firmati Lino Scarallo

di Fosca Tortorelli
È stata una giornata felice, tra calici, sorrisi e profumo di mare. A Palazzo Petrucci, affacciato su Posillipo, il rosso intenso della Valpolicella ha incontrato il blu del Golfo di Napoli per una tappa speciale del tour nazionale del Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella, che celebra quest’anno i cento anni dalla fondazione.
“Napoli in Rosso Amarone”, organizzato in collaborazione con AIS Campania, ha portato in riva al mare produttori, sommelier e appassionati per un pomeriggio di degustazioni e racconti che hanno unito la tradizione veronese all’energia partenopea.
“Abbiamo scelto Napoli per due motivi – spiega il presidente del Consorzio, Christian Marchesini – per onorare il nostro centenario e perché la città sta vivendo una trasformazione straordinaria. Il turismo cresce a doppia cifra e dove c’è turismo internazionale non può mancare l’Amarone”.
L’evento rientra in un percorso che tocca le città simbolo d’Italia – Roma, Venezia, Napoli e Milano – “una sorta di tour pre-olimpico”, come lo definisce Marchesini, “che racconta la vitalità dei nostri vini e il legame con il territorio”.
A rendere ancora più suggestivo l’incontro ha contribuito Palazzo Petrucci, luogo magico con la sua terrazza sospesa tra cielo e mare e lo sguardo che abbraccia Capri e la Costiera. Durante la masterclass, sotto la guida dell’enologo del Consorzio Alberto Brunelli, dei produttori presenti e del presidente AIS Campania Tommaso Luongo, il pubblico ha potuto scoprire le mille sfumature della denominazione, dal Valpolicella più fresco e immediato al Ripasso, fino al millenario Recioto e naturalmente all’Amarone.
“La nostra forza – sottolinea Marchesini – è la versatilità. Possiamo incontrare tutti i gusti, dai palati più giovani agli appassionati più esperti. L’Amarone resta il nostro vino simbolo, ma anche il Recioto, con i suoi duemila anni di storia, merita di essere riscoperto”.
L’Amarone continua a essere un punto di riferimento nel mondo. “È un vino che non teme il tempo – prosegue –. Nonostante i suoi 15 o 16 gradi, mantiene un’eleganza e un’armonia che lo rendono piacevole e raffinato. La sua unicità nasce dall’appassimento delle uve, un processo lento e complesso che emoziona chi lo scopre e testimonia la dedizione dei nostri produttori. È un vino di corpo, ma anche d’anima”.
In un momento in cui il consumo dei vini rossi mostra un rallentamento, la Valpolicella sceglie di raccontarsi in modo nuovo. “Certo, c’è stata una leggera flessione – ammette Marchesini – ma restiamo fedeli alla nostra identità. Piuttosto, lavoriamo su nuovi momenti di consumo. Stiamo rilanciando il Valpolicella come vino da bere fresco, anche con piatti di pesce, un abbinamento storico a Venezia che vogliamo riscoprire. L’Amarone, invece, può sorprendere con preparazioni più audaci, come l’anguilla, o incontrare la generosità della cucina napoletana”.
Ed è proprio qui che entra in scena Lino Scarallo, chef di Palazzo Petrucci, che ha conquistato il pubblico con i suoi piatti dal carattere deciso e mediterraneo: spaghetti al soffritto, polpette di polpo e di genovese in versione finger. Sapori veraci che, tra un calice di Ripasso e uno di Amarone, hanno raccontato il perfetto incontro tra Nord e Sud.
A chiudere il cerchio è stata un’altra eccellenza italiana, il Parmigiano Reggiano, partner del progetto Quality Heritage of Europe. “È un matrimonio naturale – racconta Marchesini –. Due DOP che condividono valori comuni: qualità, identità e longevità. L’abbinamento ideale? Un Parmigiano stagionato con Amarone, oppure con Recioto: il contrasto tra dolcezza e sapidità crea un equilibrio meraviglioso”.
Storicamente fortissimo sui mercati esteri, oggi il Consorzio guarda con rinnovata attenzione anche al pubblico nazionale. “Negli ultimi anni siamo cresciuti del 5% in Italia – spiega –. Ora circa un terzo dei nostri vini viene consumato nel Paese, ma abbiamo ancora grandi margini. Eventi come questo servono proprio a far riscoprire ai consumatori italiani la bellezza e la complessità dei nostri rossi”.
A Napoli, dunque, non solo un brindisi al centenario, ma anche un messaggio di fiducia e di apertura. “Crediamo molto nel Sud e nella sua energia – conclude Marchesini –. L’Amarone, così come Valpolicella e Ripasso, sono vini che uniscono territori e passioni. E non potevamo scegliere luogo migliore del mare di Posillipo per celebrare cento anni di storia, di cultura e di futuro”.
Tra il sole che cala su Capri e i riflessi rubino nei calici, la Valpolicella ha trovato a Napoli una nuova casa. Una serata calda, elegante, autentica — proprio come un sorso d’Amarone.
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