di Tommaso Esposito*
Domenica Paladino partì da Napoli con la nave per andare in America insieme al marito.
John Arena è suo nipote che con il cugino Joe Facchini ha fondato negli Stati Uniti la catena Metro Pizza.
Tre filiali stanno nel Nevada e una a Las Vegas. Centinaia di migliaia di pizze vengono sfornate in un anno.
Tony Gemignani è campione mondiale mai battuto di pizza acrobatica e sta nel Guinnes dei primati per aver ammaccato la pizza più grande al mondo.
Lavora a San Francisco con la sua pizzeria.
Sapete come si chiama?
Tony’s Pizza Napoletana.
Giulio Adriani è romano. Pizzaiolo prima a Ostia alla Corte dei Borboni, la pizzeria di famiglia, e ora a New York.
Qui ha fondato il marchio Neapolitan Express.
A Wall Street fa solo asporto, take away, ad Harlem ha la sede operativa e da qui partono i Food Trucks che girano per Manhattan con la pizza a’ libbretta.
La sua Margherita è tra le più buone che abbia assaggiato da quelle parti e costa solo 9 dollari.
Scott Wiener è un food blogger newyorkese che ha avuto l’idea di inventare il Pizza Tour.
Basta prenotare e si fa il giro per le pizzerie dislocate tra Uptown e DownTown, East e Ovest City. Con 150 dollari si frequenta un laboratorio, si impara ad impastare e infornare, si mangiano tre o quattro spicchi e si ottiene pure un diploma di pizzaiolo in erba.
John Arena, Tony Gemignani, Giulio Adriani e Scott Wiener sono stati tutti e quattro per alcuni giorni a Napoli e sono appena ripartiti per l’America. Ospiti dell’Antico Molino Caputo hanno lavorato ore e ore per trovare e provare la ricetta della nuova pizza americana, la New York style riveduta e corretta come soltanto all’ombra del Vesuvio si può fare.
D’altra parte la pizza che oggi mangiano milioni di persone ogni giorno in America è figlia della tradizione partenopea e del Sud terrone.
La storia la leggete qui
Recuperare questa tradizione e immaginare una nuova pizza americana che ritorni alle sue origini artigianali, lontane mille miglia dalle omologazioni di Pizza Hut e Domino’s, è la sfida che parte oggi proprio da Napoli.
Si tratta di comprendere una volta e per tutte che il valore del patrimonio gastronomico della nostra regione si apprezza e si valuta oramai su scala planetaria.
Su questa nuova pizza americana ci saranno pomodoro San Marzano dop, Pomodorini del Piennolo del Vesuvio dop, Fiordilatte di Agerola, Mozzarella di Bufala Campana Dop.
E ovviamente la farina sarà ‘o sciore, la doppio zero, quella che garantisce, per dirla con E.A. Mario, stu murzillo ca ce cunzola.
Ci penserà Scott Wiener a tradurre murzillo in slice.
*su Il Mattino del 17.11.2015
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