Officina dei sapori a Biassono, mi riservo il diritto di contraddirmi ma finalmente ne ho trovato un altro

Officina dei sapori, dettaglio risotto, non finisce qui…

di Marco Galetti

Mi riservo il diritto di contraddirmi ma finalmente ne ho trovato un altro…in realtà Roberto Rossoni non l’ho scoperto certo io, lo chef dell’Officina dei Sapori, tre accoglienti salette ed un dehors in centro a Biassono, coadiuvato in sala dalla gentile moglie Annalisa, ha un curriculum di tutto rispetto, nel quale spicca un’esperienza decennale al magico Hotel de la Ville di Monza, ambiente rilassante, clientela benestante, lombarda, nazionale e non solo.

La mia prima visita all’ Officina (alla quale ne ho fatta seguire un’altra tre giorni dopo a pranzo) mi ha già regalato certezze in positivo non da poco : accoglienza, prezzi, cucina.

Mi è piaciuta l’accoglienza informale e garbata della gentile Annalisa, il locale, con mattoni e travi a vista,  arredato con armonia, invita a sostare con calma sia per la giusta distanza tra i tavoli ben apparecchiati che per l’ideale temperatura degli ambienti, corretto, al limite del vantaggioso per il cliente, il rapporto qualità prezzo, il degustazione mare, incluso di coperto, è tariffato a quaranta euro, a pranzo in settimana, solo quindici euro per due piatti acqua e caffè servito con piccole dolcezze, sul sito è correttamente tutto ben evidenziato (coraggio di pochi)…ma soprattutto sono rimasto molto soddisfatto dalla cucina e dalla mano di Roberto, non mi entusiasma assegnare voti in ventesimi, ma se dovessi dare un voto in chicchi al suo risotto, direi, per difetto, risaia.

Note negative: le tovaglie non sono di lino e non mettono semi di lino nei loro lievitati

Note positive:  il lino si stropiccia facilmente

Crudo Marco D’Oggiono con un calice di bollicine, siamo i benvenuti, ci viene detto

Seppia tiepida (tenerissima), emulsione piccante di pomodoro, crostino di polenta di Storo

Il riso, materia neutra, assorbe conoscenza, cultura e passione di chi lo prepara, può diventare tutto e niente, può assumere connotazioni regionali, presentarsi in versione less is more, può mettere in risalto un ingrediente di pregio, trovare armonia cromatica, equilibrio nei sapori.

La preparazione in questione, molto equilibrata e di soddisfazione, trova una nuova strada, all’apparenza scontata, per l’accostamento seppia, piselli, questo se ci vogliamo fermare agli ingredienti, per quel che mi riguarda, invece, oltre alla semplicità che non guasta, ho trovato gradevole e davvero azzeccato il gusto delicato del risotto ai piselli che incontra  ai bordi della sua strada appunto, il nero di seppia che non “uniforma” tutto il piatto ma consente al cliente di poter fare un bel sali scendi di sapori, quindi tecnica, passione e sotterraneo ma visibile studio del piatto che, oltre a tutto questo, che non è poco, ci dice garbatamente che è primavera.

Ruote (storico pastificio) Benedetto Cavalieri, con gamberi, zucchine e pomodorini, la bisque di crostacei, che credo di aver percepito, consente alle ruote di condurre il cliente in un viaggio di gusto, gustoso.

Risotto carnaroli Riserva San Massimo ai carciofi, uno dei piatti proposti a pranzo

Pasta corta Benedetto Cavalieri (in pochi la propongono, men che meno a pranzo) al ragù d’agnello, l’altro primo del business lunch, con la menta che non aggredisce ma completa

Filetto di merluzzo al forno in panatura aromatica su crema di patate, uno dei tre secondi proposti a pranzo ad un cifra davvero vantaggiosa soprattutto in rapporto alla qualità dell’offerta, pesce bianchissimo, senza macchia come questa preparazione che sul fondo del piatto nasconde anche una nota vegetale, piattoni, supporto fisico e gustativo del merluzzo

Alici gratinate al forno con aromi, mandorle e purea di melanzane, buono, bella la presentazione del pesce azzurro

Strudel di pere allo zenzero, macadamia e gelato al cioccolato fondente, forse l’unico piatto un po’ sotto tono, ma il mio termine di paragone è lo strudel di Walter Stuerz, probabilmente quindi sono troppo esigente

Malafemmena, Aglianico, bollicine rosé, l’ho scelto per il nome e pensando potesse farmi degna compagnia a tutto pasto (così è stato), ma soprattutto sperando di cogliere un sorriso sotto i baffi dell’uomo del Cilento…

Lo chef, dopo due missioni in anonimato, tornerò con piacere a trovarlo, gli chiederò un risotto fuori carta confidando di averci visto giusto

L’Officina dei Sapori
Piazza S. Francesco, 24, 20853 Biassono MB

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