Ognissole: la presenza di Feudi San Gregorio in Puglia

Pubblicato in: Giro di vite
Matteo Santoiemma

di Antonio Di Spirito

Ognissole è un’azienda nata nel 2000, quando le attività di Feudi San Gregorio si sono espanse fuori dall’Irpinia, operando acquisizioni di vigneti e tenute a Cefalicchio (Canosa) e Manduria.

La filosofia che ha governato da sempre la conduzione aziendale è l’identificazione con il territorio, il rispetto dell’ambiente e delle sue tradizioni.

Antonio Capaldo, studi economici alle spalle ed un breve, ma nobile passato in una azienda di analisi e studi finanziari, è alla guida del gruppo sin dal 2009. La sua filosofia prevede che “… nel mondo del vino, non diversamente da altri comparti, la cosa più importante non è fare solo profitto, ma fare in modo che figli e nipoti si trovino l’azienda in condizioni migliori rispetto a quando l’abbiamo cominciata a gestire noi”.

Iniziamo dal nome scelto. Ognissole trae origine da un poema di Leonida da Taranto (III sec. a.C.) che parla di queste terre come ricche di fascino, illuminate da “ogni sole” per gran parte della giornata. Il logo è stato stilizzato da un dettaglio del mosaico di una domus costruita tra la fine del III ed il II sec. a.C., conservato nel Museo Nazionale Archeologico di Taranto.

Lo scopo aziendale è quello di valorizzare i principali vitigni autoctoni della Puglia, proprio per rispettare fortemente l’identità territoriale.

Oggi l’azienda si sviluppa su un totale di circa 42 ettari, suddivisi sostanzialmente su due nuclei territoriali.

La masseria, trasformata in residenza già agli inizi del 1900, è stata completamente restaurata ed arredata. Una piscina, alcuni mini appartamenti, un B&B ed un ristorante aziendale ne sono il naturale corollario.

La tenuta, che si sviluppa tra Canosa di Puglia e Castel del Monte, ha una dotazione di 30 ettari di terreno collinare, di cui circa tre ettari di oliveto ed il resto coltivati a vigneto. La conduzione è a regime biodinamico (certificazione Demeter) per una conversione iniziata sin dal 1992. I principali vitigni utilizzati in questa tenuta sono le varietà autoctone nero di troia, bombino bianco e moscato bianco.

La tenuta di Gioia del Colle è in regime biologico; 14 ettari a 400 metri slm su un altopiano compreso fra il mar Jonio ed il mare Adriatico. Naturalmente la coltura è dedicata interamente al primitivo!

A Manduria c’è una piccola proprietà di 2,5 ettari a completare le diversità territoriali dell’azienda nella regione Puglia.

Antonio Capaldo si è sempre circondato di persone motivate e di specchiate capacità.

Giampaolo Sirc è una di queste persone: è Amministratore Delegato di Feudi San Gregorio e dirige tutte le operazioni agronomiche e di cantina; funzioni che ha svolto anche per Ognissole, dove a dirigere l’azienda è Matteo Santoiemma.

Dal 2017, comunque, a Cefalicchio è stato chiamato, per la guida tecnica, Luca D’Attoma, enologo di fama e convinto assertore della dottrina biodinamica.

In una recente visita ai vigneti ed alla cantina di Cefalicchio, abbiamo potuto apprezzare lì organizzazione e l’entusiasmo delle persone che lavorano in azienda, quanta cura viene profusa nei vigneti, la pulizia e l’ordine che regna in cantina, dove non mancano attività di sperimentazione.

E, naturalmente, abbiamo assaggiato i vini prodotti.

Pietraia 2017 (Castel de Monte DOP): prodotto in Alta Murgia a circa 250 m sldm, è prodotto con bombino bianco ed un saldo di chardonnay. La fermentazione si avvia spontaneamente con lieviti indigeni, previo illimpidimento a freddo, in fermentini di acciaio con frequenti batonnage. Il colore è giallo paglierino intenso; al naso è floreale e leggermente aromatico. Al palato è caratterizzato da alta acidità, non molto ampio, ma sapido, scorrevole ed elegante.

Jalal 2017 (Puglia Bianco IGP): stessa zona produttiva del precedente, ma su terreno misto calcareo – tufaceo; il vitigno utilizzato è il moscato bianco e le modalità di lavorazione in cantina sono le stesse del Pietraia. Paglierino intenso, è aromatico al naso con una nota erbacea ed ammandorlata al naso. Al palato la freschezza e la sapidità sono ben armonizzate con la componente fruttata e con note minerali e speziate; il sorso è scorrevole e giovane.

Pontelama 2017 (Castel del Monte Rosato DOP): sempre in Alta Murgia su terreno calcareo – argilloso. Bella tonalità di rosa tenue; profuma di fiori di campo, petali di rosa e piccoli frutti rossi; al palato è fresco ed asciutto, ha buona sapidità; il sorso è succoso, scorrevole, lungo ed impreziosito da una leggera speziatura.

Romanico 2015 (Castel del Monte Rosso DOP): le uve di nero di troia provengono da sempre dall’Alta Murgia e da terreno calcareo– argilloso. Al naso offre un bouquet molto ricco: ha una nota fumé, frutta in confettura, note mentolate, canforate e note leggermente ferrose. Al palato le note fruttate sono intense, i tannini sono setosi, il sorso non offre grande freschezza, ma è speziato.

Ci viene proposto un campione di botte del 2017: naturalmente, è giovanissimo, con spiccate note di piccoli fruttini rossi e neri ed una leggera nota vegetale; i tannini sono intensi, ma dolci, è sapido e speziato.

Anteprima Primitivo 2017 (Primitivo di Gioia del Colle DOC). Le uve sono biologiche e provengono dalla tenuta di Gioia del Colle, da un terreno calcareo misto a scheletro situato a 400 m sldm. La fermentazione si innesca spontaneamente, la temperatura è controllata , max 26°C e dura 8-10 giorni. Una intensa nota fumé accompagna i profumi di piccoli frutti neri e pepe in grani. La  presenza di D’Attoma regala l’illusione-suggestione di annusare un cabernet franc. Al palato è pieno, fruttato, asciutto e succoso; i tannini sono dolci, il sorso è fresco, scorrevole, lungo e speziato. E qui si sfata il luogo comune del primitivo “palestrato” e corposo: è elegante!

Essentia Loci 2015 (Primitivo di Manduria DOC). Ancora uve primitivo provenienti però da Manduria; il terreno è calcareo misto a strati tufacei e l’allevamento è ad alberello abbastanza vecchi. Al naso offre note fruttate e ferrose-iodate; al palato è ricco di frutta rossa e nera, è sapido e speziato, ha note di rabarbaro e di cacao, i tannini sono soffici ed una leggera nota amaricante ravviva il sorso in chiusura.


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