Eufrosino Osteria a Tor Pignattara con l’ABC della cucina romanesca

Eufrosino Osteria, gricia con carciofi

Eufrosino Osteria, gricia con carciofi

Osteria Eufrosino a Roma
Via di Tor Pignattara, 188
Tel. 348/5883932
Aperto a cena, chiuso il martedì.
Pagina FB sempre aggiornata
Conto medio sui 35 euro.

di Virginia Di Falco

Sono due le “creature” di Marco Pucciotti nel quartiere popolare di Tor Pignattara, praticamente comunicanti: la pizzeria A Rota e l’Osteria Eufrosino. Due grandi sale, arredate in maniera semplice, quasi spartana. In osteria questo vuol dire boiserie rustica, tavolacci in legno scuro, qualche quadro alla parete, mise en place minimale. Ma per il giovane ineusaribile imprenditore romano semplicità non vuol dire rinunciare a cura e dettagli. E dunque i prodotti in cucina sono selezionati con attenzione, piatti e stoviglie scelti tra svariate serie di modernariato in uno dei mercati cittadini e – soprattutto – un menu che cattura con caparbia tutti, ma proprio tutti, i piatti di tradizione romana.

Abbandonata l’impostazione iniziale, che tre anni fa con lo chef Paolo d’Ercole abbracciava i piatti più iconici della cucina regionale italiana, oggi con Lorenzo e Luca la proposta è sostanzialmente quella del calendario romano di una volta, con qualche ‘affaccio’ sulle altre provincie, come nel caso del pane dorato e fritto intitolato a Viterbo, perchè arricchito con la susumella tipico salume della zona, uno degli antipasti più accattivanti del menu.

Cominciamo però col dire che il pane è tra i più buoni provati ultimamente: fatto in proprio dal bravo Sami El Sabawi, il pizzaiolo di A Rota. Mix di farine speciali e cottura a legna. Imperdibile.

Sfiziosa e rinfrescante l’insalata di coppa, con finocchi, arance e olive di Gaeta. Non pervenuto, causa ustione, il sapore della parmigiana di zucca. Mannaggia ai micronde, mannaggia.

Ben eseguito invece il primo piatto fuori menu: paccheri alla gricia con carciofi in doppia cottura. Pasta al dente e ben condita, senza eccessi di sapidità. Anche la matriciana aveva una bella faccia, così come i tanti piatti romani che abbiamo visto girare in sala, dalla trippa alla coratella, dai filetti di baccalà alla stracciatella, servita in deliziose zuppierine di porcellana bianca.

Il servizio è affidato alla professionalità di Paolo Abballe, che sa il fatto suo. E infatti la sala gira benissimo, c’è grande attenzione ai clienti e la giusta dose di empatia.

L’angolino dolce ci sta: il tiramisu’ è fatto con tutti i crismi, e spiana la strada a un conto ben rapportato alla qualità della cena.

 

Scheda del 10 febbraio 2020

di Floriana Barone

Un viaggio tra le diverse regioni italiane, alla scoperta di ricette appartenenti a una cultura enogastronomica spesso dimenticata: Eufrosino Osteria ha aperto il 15 gennaio nel popoloso quartiere di Tor Pignattara, grazie un’idea imprenditoriale del giovane Marco Pucciotti. Già il nome racconta l’anima di questo locale: Eufrosino, infatti, è il patrono dei cuochi. Dietro ai fornelli c’è il secondo socio, il romano Paolo D’Ercole, 39 anni, che vive a Monteverde e fa il cuoco da quando ne aveva 26. Ha iniziato a cucinare un po’ per caso in una trattoria del suo quartiere e non ha più smesso. Un colpo di fulmine, un amore folle per la cucina italiana e per le ricette di una volta. Paolo è un cuciniere affabile e curioso: legge moltissimo e non custodisce gelosamente le sue ricette, ma punta allo scambio di idee e di tecniche con il cliente. Il suo menu è breve: qui la cucina del ricordo è assoluta protagonista. Anche se è aperta da pochissimi giorni, questa realtà è già molto amata dai residenti della zona, che supportano Paolo quotidianamente.

Il locale è caratteristico e accogliente: l’ambiente è unico, con un pavimento retrò di marmo spezzato, tavolini e sedie di legno di noce. La cucina è a vista, posta a lato della sala. Non c’è distacco tra il cuoco e gli ospiti: si respira un’atmosfera piacevole, adatta anche a famiglie con bambini.

La mise en place è semplice ed essenziale, arricchita dai servizi di piatti acquistati presso il Mercato dell’antiquariato della Fontanella di Borghese, da cui provengono anche alcune stampe, poste accanto a quadri e quadretti di famiglia di Marco e Paolo. Su una parete sono esposti alcuni piatti del “buon ricordo”, con l’intenzione di aderire presto all’associazione.

Le materie prime, neanche a dirlo, sono tutte italiane, come l’agnello abruzzese per le costolette d’abbacchio fritte, le erbe di campo e le verdure che arrivano dal mercato di piazza Epiro, l’asino ragusano che proviene da Orme. La pasta all’uovo, invece, è dei Fratelli Schiorlin di Frascati (Luca e Patrizio Romano).

I piatti sul menu erano nella testa di Paolo da mesi: ha fatto la scelta precisa di non mettere in carta proposte direttamente riconducibili alla tradizione laziale, per permettere al quartiere di apprezzare la sua cucina regionale. Nessun tonnarello cacio e pepe, insomma, ma ricette e sapori che riportano indietro all’infanzia. E, per i prossimi mesi, questo cuciniere andrà “a sentimento”, scegliendo tra le sue ricette del cuore, lasciando fissa sul menu una zuppa e prediligendo le cotture lente, senza azzardare lunghe preparazioni.

Tra gli antipasti spiccano la parmigiana di cardi (6€), su ricetta umbra a base di uno degli ortaggi più diffusi in Italia, l’Acquacotta (5€) e cioè l’antica minestra dei butteri maremmani, arricchita da uova e pane tostato e le stigghiole con misticanza (8€), cibo di strada siciliano cotto alla brace.

Per i primi, Paolo ha puntato sulla semplicità e sul gusto, a cominciare dalla pasta e fagioli (8€), che “scalda i cuori e rifocilla gli animi”: brodosa e pepata al punto giusto.

Buonissima anche la chitarrina cacio, ova e pecora (12€), omaggio all’Abruzzo e delizioso anche il pasticcio di cappelletti: pasta ripiena accompagnata da besciamella, piselli, mortadella, gratinata al forno e servita all’interno di una piccola pirofila ovale.

Nulla da dire per le tagliatelle al ragù bolognese, preparate a regola d’arte, con un ragù dal gusto avvolgente ed equilibrato. Passando ai secondi, è assolutamente da assaggiare lo stracotto con purè: si tratta di un puledro d’asino di razza ragusana presidio Slow Food, cotto lentamente nel Cesanese di Casale della Ioria. Si può optare anche per un contorno, come le puntarelle con salsa di alici (4€).

Il cestino del pane comprende un integrale 100% e un tipo casareccio: è opera di Sami El Sabawy, terzo socio e pizzaiolo di A Rota-Pizzeria Romanesca, comunicante con l’osteria.

I dolci sono realizzati da Paolo, che ha scelto alcune proposte tradizionali della cucina regionale (5€), come le Seadas, dessert sardo per eccellenza, il castagnaccio, servito con crema alle nocciole, la zuppa inglese e la caprese al cioccolato, servita con crema al mascarpone.

Paolo si occupa anche dei fritti, dei dolci e delle proposte cucinate per la pizzeria adiacente. Sul menu prossimamente arriverà anche il pesce e, magari, il fegato alla veneziana, i conchiglioni al forno e, a fine febbraio, la lasagna napoletana. Molto caratteristico il carrellino degli amari, comprato sempre al mercatino dell’usato. La carta dei vini è curata da Paolo Abballe, molto professionale e preparato anche nel servizio in sala: comprende circa 100 proposte, tra cui 7 champagne e una decina di bollicine italiane.

Osteria Eufrosino a Roma
Via di Tor Pignattara, 188,
Tel. 348/5883932

Aperto il lunedì e dal mercoledì al sabato dalle 19:30 alle 22:30; la domenica dalle 12:30 alle 15:00 e dalle 19:30 alle 22:30. Chiuso il martedì
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Servizio, coperto e pane 1€ (dal secondo cestino del pane 2€)


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