Parliamo di Viognier? Condrieu Georges Vernay

Pubblicato in: Champagne e Vini francesi

L’osmogenesi è un carisma posseduto da alcuni Santi.
Odori di santità.
Quello di violette è stato spesso associato a Padre Pio.


Il simpatico episodio di cui vi voglio far partecipi oggi è relativo all’ingenua risposta che ricevetti da una sommeliera professionista piemontese il giorno che gli proposi di assaggiare insieme  quello che evidentemente era il primo Condrieu della sua vita.
“la senti la violetta? “
“in un bianco?”
“ si, anche se non è un rosso piemontese qui dovrebbe uscirti anche la nota di violetta che senti spesso su rossi piemontesi..”
“ no, non ce la faccio, ma senti, ma con la violetta tu vedi anche Padre Pio”.
Questa è in sintesi quello che spesso capita con quei sommelier che hanno imparato la lezione a memoria e guai a cambiargli un riferimento, se no vanno in tilt.

Il Condrieu è un vino derivato dal gentile vitigno Viognier, ricco di profumi vicini all’albicocca, la mandorla e la pesca bianca ( …mi scusi Madame Leroy se ogni tanto ricado nel peccato mortale di usare descrittivi terreni…chiedo venia ma devo cercare di farmi capire…) e soprattutto è evidente la violetta che vorresti incontrare sul collo di una bella ragazza. Naturale, non quelle puzze provenzali Grassois che farebbero passare la voglia ad un armadillo.

Quel che si incontra sul collo e poi in pancia alle bottiglie di Georges Vernay è proprio quel carattere delicato e profumato, acido il giusto e quando serve autorevole e consapevole, come chi sa il fatto suo ma non ti fa sentire deficiente quando vuole aprirsi al dialogo.

Questo piccolo Domaine , grazie all’intraprendenza del vecchio Georges, ed oggi della figlia Christine , ha avuto il ruolo di ambasciatore nel mondo vinicolo portando la denominazione Condrieu sulle migliori tavole del mondo.
Ruolo secondo me non usurpato essendo i vini di Condrieu tra i più originali del pianeta. Diversi totalmente da ogni altro Viognier e diversi da ogni altro vitigno.
Purezza minerale che sostiene il bouquet di cui sopra, di facile approccio gustativo per l’apparente bassa acidità , ma , quando derivati da vecchie vigne a basso rendimento, di una profondità e di una persistenza molto lunga e gradevole.

Eccellente aperitivo, ma bevendo le cuvèe più complesse si potrà abbinarlo a piatti di un certa complessità. Le etichette di Vernay dove cercare i caratteri più espressivi sono “Coteau du Vernon” e “ Les Chaillèes de l’Enfer” , ma anche l’ altra : “Les Terrasses de ’Empire”  è degnissima sorella , mentre più semplice e beverina sarà “ Les Pied de Samson” , vin du pays ricavato da vigne giovani declassate anche per l’altimetria non ritenuta idonea.

Per gli amanti della tecnica riporto una scheda tratta dal sito
www.georges-vernay.fr dove troverete mille altre informazioni :

Les Terrasses de L’Empire .
APPELATION :       CONDRIEU
CEPAGE :          100% VIOGNIER
VIGNOBLE :       2 HA EN TERRASSES EXPOSEES SUD SUD-EST SUR TERRAIN GRANITIQUE
AGE MOYEN DES VIGNES:          40 ANS
DENSITE DE PLANTATION :          8000 / 10 000 PIEDS / HECTARE
PRODUCTION ANNUELLE :          5000 A 6000 BOUTEILLES
TAILLE :          GUYOT SIMPLE
PORTE GREFFE :       110 RICHTER
LE VIGNOBLE TRES ACCIDENTE REND TOUTE MECANISATION IMPOSSIBLE.
LES VIGNES SONT ENTRETENUESMANUELLEMENT SANS UTILISATION DE DESHERBANTS RESIDUAIRES NI INSECTICIDE
RECOLTE :  A MATURITE COMPLETE  (13° 14°) EN CAISSETTES.
PRESSURAGE DIRECT  OU MACERATION PELLICULAIRE  APRES ERAFLAGE.
FERMENTATION :FERMENTATION DES JUS CLAIRS APRES DEBOURBAGE STATIQUE AVEC CONTROLE DE TEMPERATURE DANS DES PIECES DE 225 LITRES  PENDANT 3 A 4 SEMAINES.
ELEVAGE :  SUR LIES FINES EN PIECES.
MISE EN BOUTEILLE :  1 AN APRES.  PASSAGE AU FROID NATUREL.
BOUTEILLE :  FLUTE VERRE ANTIQUE
VIEILLISSEMENT :  A BOIRE SUR 5/10 ANS

Oltre alla decina di ettari di Viognier, di cui una parte declassata perché posti ad un altimetria incompatibile con i protocolli dell’azienda, il Domaine possiede anche otto ettari di Syrah, da cui trarre alcuni vini sull’appellation generica Cote du Rhone, St. Joseph e soprattutto nel lieu dit Maison Rouge in Cote Rotie, meno di un ettaro di vigne vecchie oltre 40 anni da cui viene ricavato un vino molto buono ma che ha bisogno di molta bottiglia per digerire il lungo passaggio in legno (22 mesi) anche se solo per il 20 % in barrique nuove ma secondo me si sente un po’ troppo in gioventù.
La produzione annuale dichiarata è di circa centomila bottiglie, che è già una quantità significativa per chi basa il proprio lavoro sulla ricerca di massima qualità. Infine , per chi questa estate si trovasse a passare in autostrada tra Lyon , Valence e Vienne consiglierei una tappa per degustare i vini direttamente sul posto. Il Domaine comunica infatti sulle principali guide la disponibilità a ricevere ospiti nei normali orari d’ufficio dal lunedì al venerdì.
Però, a quel punto, non si potrà fare a meno di salire anche sullo sperone roccioso dell’Hermitage o sulle colline roventi della Cote Rotie da cui ammirare la spettacolare sinuosità del Rodano.
A bientot.


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