di Marina Betto
Non è Natale senza panettone e approfittare di una degustazione di questo iconico dolce natalizio è il modo migliore per entrare in modalità feste. L’Hotel d’Inghilterra a Roma, storico albergo nel centro del quadrilatero della moda, ristrutturato appena da un anno offre la magia del Natale accogliendo gli ospiti nel Café Romano presentando un menù speciale per ogni momento del giorno. Un esclusivo Xmas Tea Time da godersi nel pomeriggio come si fa in Inghilterra con un carrello di dolci, una gamma di panettoni e pandori accompagnati da salse e creme, torte tutte home-made, biscotti, cioccolata calda e una raffinata selezione di tè (dal 16 dicembre al 16 gennaio, 18 euro a persona), è un momento da regalarsi o regalare a qualcuno per un brindisi d’atmosfera; la drink list natalizia al lounge bar dell’hotel vi aspetta così come il menù delle feste ideato dallo chef Andrea Sangiuliano. Ho assaggiato all’ Hotel d’Inghilterra il Panettone Mela Zitella della Pasticceria Gerri di Isernia che vi consiglio per squisita bontà in questo Natale 2025.
Tra un cocktail e un dolcetto se state ancora pensando a qualche regalo l’idea che ha avuto l’azienda vitivinicola valdostana Grosjean può essere d’aiuto per regalare qualcosa di speciale. Il progetto “Adotta un Cru” vi permetterà di entrare direttamente nella quotidianità aziendale se decidete di adottare un filare di uno dei Cru dell’azienda.
Si potrà così seguire passo dopo passo la nascita del vino in tutti i suoi aspetti e fasi ed entrare direttamente in contatto con il mondo della produzione del vino partecipandovi attivamente. Questo interesse sarà capace di ancorarvi ad un luogo, ve ne innamorerete pensando alla sua salvaguardia come cerca di fare la famiglia Grosjean. Questa azione è pioneristica in ambito viticolo e permette di tramandare non solo una divulgazione tecnico-scientifica e storica della viticultura di montagna ma è una forma nuova di comunicazione del territorio mai realizzata in Valle d’Aosta.
La Cucina Italiana è diventata patrimonio Unesco e tramandare e preservare il nostro patrimonio gastronomico lo si fa non solo con le ricette che ognuno di noi sa fare ma anche studiando la materia culinaria. L’Enciclopedia della Cucina Italiana (ECI) illustra un imponente lavoro transdisciplinare che racchiude storia, ricerca, dati nutrizionali, tecniche di cottura e ingredienti per comprendere a fondo la nostra identità nella preparazione dei piatti. Al CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) hanno sviluppato questo lavoro tutto in un volume. L’Enciclopedia fornisce una lettura storica e una cospicua raccolta di informazioni pratiche come la conservazione degli alimenti, gli abbinamenti basati sulle linee guida per una sana alimentazione, il profilo nutrizionale per costruire pasti equilibrati nel rispetto dei principi della dieta mediterranea etc. Ci sono 1100 ricette complete di fotografie tratte da 7 ricettari: da Pellegrino Artusi 1891 ( I° edizione) al Talismano della Felicità ( edizioni del 1931- 1999), il Cucchiaio D’Argento ( edizioni del 1959 – 2020) Gualtiero Marchesi (edizione 2015) e materiale dell’Accademia della Cucina Italiana. Un patrimonio enorme a cui si affianca anche l’avatar “Azzurra” pensato come aiuto alla consultazione; è l’IA al servizio della cultura gastronomica che sviluppato da Food Innovation Broker in collaborazione con i ricercatori CREA utilizzando GPT-4° parla in modo naturale 175 lingue preservando e trasmettendo un patrimonio gastronomico come quello italiano immenso, con rigore scientifico e tecnologie di frontiera. L’avatar ha debuttato all’evento “Agricoltura E’” del MASAF (Roma marzo 2025) in forma olografica riscuotendo un enorme successo e interesse da parte del pubblico presente ma se pensate che gli insegnamenti della nonna in fatto di ricette sono da mettere in soffitta vi sbagliate perché nulla le potrà sostituire. L’atto di cucinare italiano è un fenomeno culturale prima che gastronomico ma questa Enciclopedia del CREA traghetta il nostro sapere nel futuro a cui tutti possono attingere e consultare come addetti ai lavori o semplici curiosi gastronomici.
La cultura, il turismo gastronomico, lo storitelling culturale personalizzato che valorizzano i nostri prodotti DOC e DOCG sono quello che l’enoturista ricerca. Le esperienze su misura, del valore tra i 200 e i 500 euro, secondo The Grand Wine Tour (associazione che unisce 14 cantine italiane) sono sempre più richieste rispetto a degustazioni standard preconfezionate il cui prezzo medio è tra gli 80 e i 120 euro. I viaggiatori interessati alla cultura del vino vogliono immergersi nella natura, nel paesaggio attraverso attività autentiche, scoprire l’arte e la cultura che ha generato quel determinato prodotto e non si accontentano più della sola degustazione in cantina. Regalare un’ esperienza personalizzata è un modo per creare una connessione reale tra produttore e consumatore che genera emozione e memoria, questo è il trend in ambito enoturistico attuale sul quale investire anche in futuro.
Dai un'occhiata anche a:
- La pizza margherita “Fojuta” dedicata a Totò di Ciro De Maio
- Le colombe di Catello di Maio sono un po’ “Lazzarelle”- tra gusto, artigianalità e solidarietà
- Dolcezze romane, tra nuove aperture, anniversari e giovani influenti pastry chef
- Champagne e pesce crudo, equilibrio stabile
- Antica Drogheria Luccioli nel cuore di Foligno
- Un tavolino a due in Piazza Umberto, colazione a Capri con Federico Alberto
- Addio a Oliviero Toscani: fu il primo a fotografare i pizzaioli napoletani
- A Capri Salt Bae e Donato “Con mollica o senza”?