di Emanuela Sorrentino
«Una nuova visione di Cilento», quella che sta imprimendo sul territorio l’imprenditore Peppino Pagano che dalla azienda agricola al turismo investe sempre con lungimiranza e tanta passione. «Perché solo quello che non si sa, a volte si fa. Bisogna avere sempre un animo curioso e anche un po’ ingenuo e spericolato come quello di un bambino, bisogna amare la terra che è la nostra vita, migliorarla e creare le condizioni di sviluppo ambientale, turistico e ricettivo ma sempre proteggendola come immensa nostra risorsa», afferma Peppino, che seduto ad uno dei tavoli esterni della Dispensa si preoccupa di far arrivare il caffè a chi sta lavorando nei campi, saluta alcuni clienti che sono diventati con il tempo buoni amici.
C’è l’azienda agricola San Salvatore 1988 con i suoi vini, i latticini e altre produzioni, il boutique hotel Esplanade acquistato con la moglie Giusy Di Lascio, il Savoy Beach Hotel con la sua particolare Holos Spa di recente realizzazione e il ristorante Tre Olivi. Nel 2016 nasce La Dispensa di San Salvatore: un punto di riferimento per il territorio di Capaccio-Paestum e non solo, fatto ancora oggi di cuoche che cucinano ogni giorno i prodotti del loro orto (inizialmente il menu prevedeva solo verdure trasformate in parmigiane e polpette di melanzane, sughi cilentani, frittate, mozzarelle e formaggi), stendono la pasta fresca rigorosamente realizzata con il grano Senatore Cappelli prodotto nei 10 ettari dedicati a questa coltura, puliscono e cuociono verdure e cucinano con le uova fresche che arrivano ogni giorno dalle loro galline, assieme ai prodotti di stagione dalle coltivazioni che si estendono negli orti lungo la strada che porta a Giungano, dove c’è anche la cantina San Salvatore.
E poi mozzarella, confetture, yogurt e cremosi sia per la ristorazione, che per la vendita al dettaglio e per la grande distribuzione organizzata, cornetti e brioche che al mattino lasciano poi il posto a schiacciate, pizze e frittate di pasta in base alle ore della giornata, e monoporzioni invitanti di dolci e gelati sempre a disposizione della clientela. «Abbiamo realizzato quella che era la nostra idea: un locale che potesse essere a disposizione dei clienti da mezzogiorno alla sera», spiega l’imprenditore.
Un visionario, Peppino Pagano, ma sempre con i piedi per terra, che assieme alla moglie e ai suoi figli Salvatore (a capo dell’hotellerie, general manager del ramo alberghiero) e Andrea che si occupa dell’area agricola e della Dispensa, sta attuando nella sua azienda tante innovazioni pur mantenendo saldo il legame con la tradizione e le radici.
Quelle un po’ vulcaniche delle sue origini vesuviane. I dipendenti sono il prolungamento della sua famiglia, accolgono i clienti sempre con il sorriso, come durante la kermesse “Le Notti del Bufalo” quando noti gruppi artistici hanno allietato le cene in Dispensa con la “regia organizzativa” di Andrea e del marito Antonello Ricco. Le innovazioni, dicevamo. Dalla casetta pollaio mobile per far razzolare le galline ai più evoluti sistemi di produzione, controllo e tutela nello stabilimento a poca distanza dalla Dispensa. Qui sarà ricavata un’ampia area riservata allo shop, all’esposizione ma anche alla conoscenza del Cilento, con le signore che prepareranno pasta fresca sotto gli occhi di grandi e bambini, ci sarà uno spazio dedicato ai vini, ai cremosi, alla paste e al pane e a tanti prodotti tipici “a metro zero” per un’esperienza completa e inclusiva.
Scheda del 31 dicembre 2017
Peppino Pagano, il grande costruttore di cose buone
di Enrico Malgi
Via il taccuino ed il registratore, mi affido solamente alla mia ancora buona memoria per una “non intervista” a Peppino Pagano. La mia intenzione era quella di una “vera intervista”, ma poi ho preferito lasciare perdere, perché Peppino oltre che un personaggio famoso, speciale e carismatico è soprattutto un caro amico, con cui è sempre molto piacevole scambiare due chiacchiere.
Ci troviamo seduti uno di fronte all’altro alla Dispensa, la penultima sua “creatura” (almeno per adesso, perché a breve potrebbe essere la terzultima conoscendo bene il carattere vulcanico di Peppino). Si mangia e si beve in allegria e si parla del più e del meno. Mi racconta candidamente un po’ di roba, a cominciare dalla sua infanzia trascorsa in quel di Boscoreale, proprio sotto il Vesuvio, dov’è nato e cresciuto. Suo padre, del quale ne parla con grande rispetto e venerazione com’è giusto che sia, faceva il coltivatore e vendeva uva ed olio. In questo modo ha imparato a conoscere la terra e ad innamorarsene. Dopo alterne vicissitudini, giovanotto si è trasferito nel Cilento, terra natìa della madre, e da qui è iniziata la sua “nuova” vita, perché si è sposato con una bella ragazza cilentana, avvicinandosi man mano al mondo dell’imprenditoria e dell’ospitalità. Nel 1980 ha rilevato la gestione dell’hotel Schuhmann, posizionato proprio sulla spiaggia di Paestum, dall’omonimo proprietario teutonico e frequentato massicciamente proprio da turisti tedeschi che ivi sostavano molti mesi all’anno attratti dal clima mite e dal mare limpido. Alcuni anni dopo sono stati acquisiti l’Esplanade ed il Savoy Beach (nome mutuato dal Savoy di Londra e non certamente riferito alla Casa Savoia), diventati in breve tempo prestigiosi punti di riferimento di accoglienza dell’intera area pestana. E la storia continua poi fino ai tempi nostri con la creazione dell’Azienda Agricola e Vinicola San Salvatore (intitolata alla memoria del padre), dedita alla produzione agroalimentare, al vino, all’olio ed a prodotti caseari, derivanti dall’allevamento bufalino. E poi ancora la Dispensa ed il lido Beach Club 93, di recente costruzione.
Con la realizzazione dell’azienda vinicola Peppino ha portato nell’ambiente cilentano una ventata di novità e di energia. Ha comprato terreni in ambiti vocati, si è dotato di persone altamente qualificate e di strutture d’avanguardia, privilegiando e sviluppando nel contempo una produzione biologica e biodinamica, rispettosa dell’ambiente e delle persone.
Adesso Peppino ha affidato nelle sicure mani del figlio Salvatore e del genero Antonello alcune attività produttive, ma lui resta sempre al comando delle operazioni, come un capitano sulla plancia della nave. Non riesce assolutamente a stare fermo, si muove in continuazione, viaggia, controlla e dà disposizioni. Nel frattempo ha conseguito prestigiosi riconoscimenti, tra cui quello di “Benemerito della Viticoltura Italiana” ricevuto dalle mani del Presidente Mattarella.
I suoi vini vanno a gonfie vele e gli affari prosperano, che si può desiderare di più a questo punto? Una cosa però per Peppino è la più importante di tutte: la sua famiglia, a cui è molto legato. Da quando è diventato nonno poi non sta più nella pelle. Quando parla dei familiari e dei suoi genitori, com’è successo nel nostro incontro, si commuove, perché sotto la scorza di un uomo forte, deciso e pragmatico si nasconde una persona sensibile, schietta, umile e generosa.
Dai un'occhiata anche a:
- Giovanni Amodio: così abbiamo rimesso il fiordilatte sulla pizza
- Tenuta Borgo Santa Cecilia a Gubbio: il sapore autentico del bosco umbro
- John Arena: Premio Icon 50 Top Pizza Usa 2025: “Ogni pizza fatta col cuore è la mia pizza preferita”
- La ricetta della mia vita | Nino di Costanzo: il pan cotto con i broccoli di Berardino Lombardo
- L’uomo cucina, la donna nutre – 20 Carmela Bruno, l’ostessa longobarda dell’Osteria La Piazzetta a Valle dell’Angelo
- Giuseppe Napoletano e il San Marzano: annata straordinaria, ma pesano i dazi Usa
- Addio Stefano Incerti, lascia un vuoto nella famiglia del nostro blog
- Paolo De Simone, il Cilento a Milano tra artigianalità, salute e scelte consapevoli