
di Marco Contursi
“Viene un amico chef francese e abbiamo due ore prima di pranzo, che mi organizzi?” mi fa Pasquale Bonsignore, progettista, produttore di ottimo olio nella Valle del Belice (Incuso) e, soprattutto, amico mio.
Semplice -rispondo- un’aperitivo da Montesommavesuvio, l’azienda vinicola di un altro amico, Nicola Campanile, fondata dal papà, il professore Giuseppe Campanile, che, oggi, lo guarda dal paradiso.
Prendo dal mio frigo una soppressata, gentile dono del mio amico Giovanni Morrone, e un caciocavallo podolico di Giuseppe Pucciarelli, casaro in quel di Caggiano e parto alla volta del Vesuvio.
Nicola è tornato dalle ferie da poche ore ma l’accoglienza è quella calda e sincera che mi fece sentire subito a casa di amici, la prima volta che venni. Di buon mattino raccoglie dalla sua campagna pomodorini del piennolo e rucola selvatica, taralli e panino rustico li porta un forno vicino.
Catalanesca in ogni declinazione è già in frigo.
Vediamo chi viene, noi siamo pronti.
Pasquale arriva con l’auto e io trasecolo.
Davanti a me ho Pierre Gagnaire, chef tristellato francese, considerato uno degli chef più rivoluzionari di Francia.
Un mostro sacro della cucina d’oltralpe.
Con lui lo chef Marco Viganò, altro nome che conta nelle cucine di fascia alta.
E vabbè…sta Pierre Gagnaire……e quindi? Che si fa?????
Quindi, giro in fuoristrada fin sopra le spettacolari vigne vecchie sul Monte Somma, poi sosta in cantina e si stappa Catalanesca metodo classico, Catalanesca metodo ancestrale, Catalanesca versione ferma, passito di Catalanesca.
Salumi, formaggi e pomodori fanno la loro figura, i vini che te lo dico a fare, raccontano il territorio in cui nascono con i loro profumi di ginestra, albicocca e macchia mediterranea, mentre sapidità e mineralità sono figlie di un suolo scuro, formatosi nel corso dei secoli, eruzione dopo eruzione.
Sto catalanesca ancestrale poi mi piace troppo e mi piacerebbe di più se lo sorseggiassi uno yacht, con una decina di “leporidi”, novello Hugh Hefner.
Vabbè, anche così mi piace, lo bevo su una fetta di soppressata di Giovanni con un piennolo schiattato sopra.
Credo sia piaciuta anche allo Chef, con rispetto parlando, gli italiani sui salumi non temono confronti….non sarà un Porc Noir Gascon, magari alleato a truffle, ma sta soppressata di suino caggianese, cresciuto a ghiande e iotta e bevuta col catalanesca di Nicola, ci “ha fatto sta bell”…..(per dirla alla francese).
p.s. dopo l’aperitivo lo chef è andato a pranzo dal pizzaiolo fuoriclasse Francesco Martucci e il giorno dopo a cena da Raffaello e Marco del salumificio Gioi per degustare la loro famosa soppressata col lardello centrale ed altre specialità.
Cantina Montesommavesuvio
Via Giuseppe Mazzini, 4/6, 80040 Pollena Trocchia Na
tel 393 153 2844
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