Pizza non cancerogena, Miccù (APN): “e ora chiedete scusa ai pizzaioli napoletani”

Pubblicato in: News dalle Aziende e dagli Enti
Miccù

“Ora che è scientificamente provato che la bruciatura della pizza non genera il cancro, chiedano scusa ai pizzaiuoli napoletani tutti quelli che hanno sostenuto una fake news”.

Così Sergio Miccù, presidente dell’APN (Associazione pizzaiuoli napoletani) alla luce degli studi emersi durante un convegno dell’Accademia dei Georgofili.

“All’epoca le notizie circolate sulla stampa – ha ricordato Miccù – in realtà erano quelle che gruppi imprenditoriali ben distanti dalla pizza napoletana avevano fatto circolare per fini commerciali. Non sfuggirà che simili informazioni, soprattutto se diffuse in maniera virale, hanno la capacità di orientare il consumo e il mercato: abbia il coraggio adesso di fare ammenda chi non ha perso tempo a puntare il dito contro la nostra Specialità Tradizionale Garantita. Chi ha denigrato le attività dei pizzaiuoli napoletani pensasse – ha incalzato Miccù – a fare le pizze bene”.

“Capisco – ha proseguito il presidente dell’APN – che molti media, in buona fede, diedero spazio a quella che noi del settore sapevamo già essere una fake news e che adesso si conferma una bufala grazie a studi scientifici. Va bene infatti sollevare dubbi nel superiore diritto che è la tutela della salute pubblica, ma quando l’allarmismo creato si rivela ingiustificato in base a ricerche scientifiche si dovrebbero anche avere la correttezza e la voglia di raccontare l’esito che hanno avuto le ricerche effettuate proprio in base al pungolo mediatico”.

“Siamo contenti anzi che proprio grazie all’intervento giornalistico si possa oggi affermare con assoluta certezza che la pizza napoletana non fa male visto che gli studi dimostrano che la superficie che si brucia è inferiore al 3% del peso e dunque la quantità di acrilammide nel prodotto e nel bordo, ovvero la parte più esposta alla fiamma, è bassa. Ci aspettiamo perciò che si dia spazio a ciò che viene dimostrato dai gruppi di ricerca dell’Università di Napoli e della Tuscia. Ma soprattutto ci aspettiamo che i tanti pizzaioli non napoletani che non avevano perso tempo a bollare come cancerogena la nostra pizza, riconoscano il valore assoluto della napoletana STG.”


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