Pommery noir

Pubblicato in: I vini del Mattino

Era il 1868 quando la mitica Louise Pommery decide di collegare tra loro le crayères, ovvero le antiche cave di gesso gallo-romane, per trasformarle in cantine destinate ad accogliere milioni di bottiglie dedicandosi poi all’architettura e all’urbanistica del Domaine, creando un patrimonio eccezionale di stile gotico neo-elisabettiano. Appena sei anni dopo, Louise rompe con la consuetudine degli champagne, fino ad allora ad alto tenore zuccherino, e chiede al suo chef de cave di creare «un vino il più secco possibile ma privo di asprezza, morbido, vellutato e armonico». Nasce così il Brut. è una rivoluzione.
Accolto dapprima con scetticismo, oggi lo Champagne per eccellenza. Nel 2004 il Domaine Pommery (25 milioni di bottiglie che riposano in 18 chilometri di gallerie a 30 metri sotto terra) diventa un luogo originale di ricerca, esposizione e creazione contemporanea ospitando la mostra «Genesis Sculpture. Expérience Pommery #1». In continuità con il percorso avviato da Louise Pommery, Paul-François et Nathalie Vranken permettono di condividere la loro passione per l’arte contemporanea attraverso le Expériences Pommery, esposizioni monumentali d’arte contemporanea ospitate nelle spettacolari cantine e aperte al pubblico. Per ognuna di esse, danno carta bianca all’artista o al curatore della mostra per allestire il Domaine, che ospita le opere per diversi mesi.
Così, a partire dal 14 settembre e fino al 30 marzo 2010 il Domaine Pommery di Reims, prestigioso marchio dello Champagne, ospita la VI edizione della «Expérience Pommery» dal titolo «Sons & Lumières» con le opere dello scultore francese Bertrand Lavier. Una occasione in più per fareun salto. Pommery vuol dire Champagne, noi qui vi proponiamo quello pensato proprio per il mercato italiano e lanciato la scorsa primavera, uno dei nostri preferiti, di facile reperibilità e a prezzo più che accessibile (30/35 euro) quando si tratta di festeggiare una bella occasione. Si tratta del Pommery Noir, classico blend di chardonnay proveniente da 30 cru diversi, pinot noir e pinot meunier, pensato dall’enologo Thierry Gasco a tutto pasto, molto equilibrato e fine, in bocca il tipico sentore di pompelmo.
Un classico, insomma, espressione di una zona tradizionalista e dalle caratteristiche ben definite sul piano colturale e commerciale. Grande freschezza, è sicuramente adatto a tutti i piatti dell’alta ristorazione, un punto di riferimento imprenscindibile quando ci si avvicina allo Champagne, l’incrocio da cui poi possono partire tutti i percorsi. Salutiamo l’estate che se ne è appena andata.


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