Porto Cesareo (Le). AltoMare, il ristorante dove Nabil Bèllari gioca di fusion

Le Dune Suite Hotel
Via dei Bacini
Tel. 0833.565355
www.ledunesuitehotel.it
Aperto sempre
Da 35 a 60 euro

di Tommaso Esposito

Hanno inaugurato da qualche mese.
E’ un posto ameno.
Sta all’interno del complesso alberghiero, che oggi è il più bello e moderno della baia di Porto Cesareo.
La piscina è sul terrazzo e di lontano si scorge il mare.
E’ un dehors per le sere d’estate.Ci sono poi le sale al piano terra.

In cucina c’è Nabil Bèllari. Origini magrebine, ha fatto palestra tra i fornelli dei resort di Casablanca.
Sta nel Salento da oltre vent’anni. Sposato qua con un bambino.
Fu il primo cuoco di Art Nouveau a Santa Maria al Bagno. E subito si distinse.
Ora è qua.
La carta è composta per tutti: ci sono molti ospiti nell’hotel e si cucina anche per loro.
Ma ci si può pure affidare a lui e così facciamo.

Il benvenuto è una crema di patate con il polpo brasato. Gustosa e simpatica soprattutto per la versione salentina delle felafel, queste saporite polpettine di verdure anziché di ceci.


Poi le alici marinate alla menta con uova di lompo, pomodoro e burro.


Delicate e profumate, le microscopiche uova nere danno sapidità e freschezza e così pure il pomodoro.

Altro che cozza. E’ l’ostrica fritta sul granu stumpatu. Sfiziosa idea che ben si sposa con la tradizionale minestra salentina di frumento in questo caso resa gustosa anche da alcune verdure.

Accanto c’è l’involtino di radicchio, amaricante quanto si chiede, che accoglie una brunoise di code di gamberi e mandorle. La maionese dà la piacioneria appena esaltata da un ristretto di arancia.
Ecco, compaiono i ricordi e le contaminazioni d’oltremare.

La tagliata di calamaro grigliato con i funghi riporta al di qua dove, sembra strano, i funghi esistono. Questi però stavano in dispensa da sottoli e son buoni. Peccato, perciò, non essere capitati nel tempo della loro raccolta.


Il gazpacho di peperone con la tartare di gamberi stanno insieme al crudo scampo. Ed è una bella festa. Piccantina piacevolmente per i germogli di rafano e il peperoncino.

Saltiamo il primo e via subito allo scorfano, fresco elastico vivido, passato in padella con miele e mela verde.
E i gamberi di Gallipoli con mozzarella di bufala, pomodorini confit e qualche goccia di olio di basilico. Insolita presenza, la bufala, quaggiù dove regnano fiordilatte e giuncata. Ma riuscita per la grazia vellutata del boccone e la rotondità dei sapori.
Prodromi degni di quello che verrà dopo in finale.

Un pasticciotto leccese, ripieno di amarena oltre che di crema pasticcera. Quasi un napoletano bocconotto. E tanta frutta d’oltremare.
Una bella cena di ispirazione fusion in uno dei ristoranti recentemente segnalati per una sera d’estate.
Ci attendiamo un bello slancio dopo il veloce rodaggio che dovrà meglio calibrare le esigenze del servizio alberghiero e quelle del ritrovo gourmet.


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