
La Strada dei Vini del Vesuvio, una delle tre campane che ha realizzato la guida, compie dieci anni. Un successo che ha segnato in questo periodo la presa di coscienza da parte dei produttori e del territorio.
La strada fu fondata da Amodio Pesce, enologo vesuviano, che tanto ha fatto per lo sviluppo della viticoltura di territorio, una delle più straordinarie del mondo, miniera di grande biodiversità, con l’allora presidente del Parco Amilcare Troiano.
Così, per la quinta edizione di Vesuvinum, ci siamo trovati stamane a degustare tutti i Lacryma Christi bianchi, rossi e rosati e gli igt Coda di Volpe e Falanghina. Una degustazione che chiude tradizionalmente il lavoro dopo le selezioni regionali di Slow Wine che ha visti impegnati alcuni di noi.
Un premio alla memoria di Amodio, voluto dal figlio Antonio, enolgoo anche lui, dal presidente della Strada Michele Romano e ovviamente da me che sono stato suo amico e che ho seguito sino all’ultimo.
Una delle cose belle di questo mondo è proprio passare mattinate come queste, onorare la memoria di una persona che, svolgendo la propria attività, ha anche tutelato e valorizzato il territorio dove è nato e vissuto. In compagnia di tanti amici enolologi e sommelier, coccolati dal servizio impeccabile organizzato dal professore Peppe Aliberti e supportati dal duro lavoro di segreteria di Ludovico Pagano e Sergio Romano.
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