I vini delle grandi aziende, anche se usare questo aggettivo in Italia può sembrare esagerato agli occhi di uno straniero, sono come i benchmark, veri indicatori dell’andamento dell’annata.
Già, perché il bello del vino, quando non si eccede con gli aggiustamenti in cantina, è che anche sui grandi numeri ci sono dei riflessi precisi dell’andamento del millesimo.
Dunque, prima di assaggiare la bottiglia del vostro produttore preferito, conviene sempre provare quelli di chi fa i numeri e fa la storia per avere una idea.
Io lo faccio con i vini di Mastroberardino, da sempre sicuri barometri dell’andamento vendemmiale irpino. E mi piace farlo con il Fiano ancora prima che con gli altri vini perché parliamo del migliore bianco italiano, bottiglie in grado evolvere e usare il tempo non come ostacolo da superare ma come alleato per la evoluzione.
Il Fiano Radici 2012, che nasce da una bella vigna a Santo Stefano del Sole pianta sul suolo sabbioso e ricco di elementi minerali regalati nel corso dei millenni dalle eruzioni del Vesuvio, ci indica di una annata ricca di prospettive, molto simile per certi versi alla 2008, per citare una delle più recenti.
Sole in abbondanza con frutta e struttura molto ben definite, grande acidità che finalmente si preferisce far esibire da sola anziché contenerla con il burqa zuccherino, deciso allungo finale dopo aver segnato il palato in modo essenziale ed efficace, senza inutili e stancanti dolcezze.
Un Fiano a nostra giudizio da aspettare ancora perché troppo giovane, persino nel colore verdolino. Lo berremo sulla grande genovese di tonno ideata da Pasquale Torrente del Convento di Cetara.
Un abbinamento obbligato nei prossimi anni. Poi servirà un piatto un po’ più complesso e strutturato perché i vini, come gli uomini, maturano e cercano sempre nuove esperienze.
Sede a Atripalda
Via Manfredi, 75-81
Tel. 0825.614111
www.mastroberardino.com
Ettari: 200 di proprietà
Enologo: Massimo Di Renzo
Prezzo in enoteca
circa 12 euro
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