Rogito 2002, il rosato passato in legno

Pubblicato in: I vini del Mattino

Una estate all’insegna del piedirosso, grande vitigno capace di sfruttare bene la difficile annata 2003 di cui registriamo numerose e interessanti interpretazioni quali quelle di Ametrano, Fattoria La Rivolta, Le Vigne di Parthenope, Mustilli, Moccia, Ocone. L’uva sembra aver beneficiato della siccità che ha invece smorzato l’acidità dei bianchi (asprinio a parte) e caricato eccessivamente l’aglianico.Noi oggi però parliamo di un outsider, il vino dell’estate: si tratta del Rogito 2002 Basilicata igt voluto da Gerardo e Marcella Giuratrabocchetti e pensato alla francese da Luigi Moio in una delle sue esecuzioni più felici e spensierate, di un eurogol segnato in una amichevole quando non c’è stress da competizione.Parliamo di un rosato, il migliore della Lucania, tra i più grandi in Italia, capace di ricordarci la Schiava del Trentino Alto Adige e questo lo spieghiamo con il clima rigido del Vulture e con l’uso leggero del legno per conferire una spalla aromatica all’aglianico vinificato con la pressatura soffice.Il naso si presenta intenso e persistente, ci sono netti sentori di ciliege, un po di spezie mentre in bocca le promesse sono mantenute con un sorso lungo capace di lasciare ben pulito il palato. Gli abbinamenti di questo vino ermafrodito capace di cambiare sesso a seconda della temperatura di servizio sono praticamente infiniti. Appena fresco va con il coniglio all’ischitana, carni bianche alla cacciatora, cernie e pesci grassi mentre un po’ più freddo con zuppe di mare, qualche terrina. Ghiacciato lo usiamo da aperitivo. Di questi vini abbiamo sempre più bisogno, di quelli cioé che non ripuliscono le tasche e non stressano le papille con la concentrazione piallata dalla barrique. E il rosato, lo ricordiamo, rappresenta una delle più grandi tradizioni del Mezzogiorno, dal Salento a Cirò, dal Sannio alla Costa d’ Amalfi, sino alla zona vesuviana. Siamo convinti di un suo prossimo successo e non siamo i soli, visto che il Gambero ha in batteria proprio la prima guida dei rosati italiani.


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